BRUNO MUNARI,
1985
BRUNO MUNARI 1985
Le prime
luci dell’alba
L’arte
esplora mondi diversi, tutti diversi, tanto diversi quanti sono gli
individui, incomprensibili e strani, comunque mondi personali che a
volte si rivelano in tutta la loro completezza, a volte si lasciano
scoprire molto lentamente come quando le prime luci dell’alba rompono il
buio e delimitano solamente i profili delle cose, uno spigolo, una parte
di superficie della quale non si conosce l’ampiezza e la forma, un
bagliore indefinito, l’incrocio di alcune linee che non si sa dove
vanno, segni e non ancora forme, colori accennati, tutto un mondo
pre-percettivo che stimola l’immaginazione, che fa pensare, che lascia
in sospeso (per quanto tempo?).
È una
situazione molto amata dagli orientali i quali preferiscono vedere il
mondo illuminato da una sottile falce di luna piuttosto che da una
volgare luna piena, cara agli innamorati e ai bambini.
Gubinelli
ci propone questi stimoli pre-percettivi, ancora prima delle forme,
quasi frammenti di segni e apparizioni di colori.
Questi
fogli appena segnati fanno venire in mente (a chi li conosce,
naturalmente) i pensieri di un monaco buddista della fine del
milleduecento, di nome Kenko, autore del libro “Momenti d’ozio” edito da
Adelphi: “Questo mondo è un luogo così incerto e mutevole che ciò che
immaginiamo di vedere davanti ai nostri occhi, in realtà non esiste....
Non possiamo essere certi che la mente esista. Le cose esteriori sono
tutte illusioni”. Ma anche noi siamo “cose esteriori” per un altro.
Solo
l’arte, ormai completamente libera, ci può condurre a esplorare questi
mondi inesplorati al limite della percezione.
Milano,
Aprile 1985
Ed.
Magazine, Comune di Prato, 1986
Antologica, Ed. Galleria d’Arte Moderna
Palazzo dei Diamanti, Comune di Ferrara, 1987
Testo in inglese
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Antologia Critica di Paolo Gubinelli
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