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Paolo Gubinelli, nato a Matelica (MC) nel
1945, vive e lavora a Firenze. Si diploma presso l'Istituto d'arte di
Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e Firenze
come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura.
Giovanissimo scopre l'importanza del concetto
spaziale di Lucio Fontana che determina un orientamento costante nella sua
ricerca: conosce e stabilisce un'intesa di idee con gli artisti e
architetti: Giovanni Michelucci, Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto
Burri, Enrico Castellani, Piero Dorazio, Umberto Peschi, Emilio Scanavino,
Edgardo Mannucci, Mario Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren.
Partecipa a numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.
Sono stati pubblicati cataloghi e riviste
specializzate, con testi di noti critici: Giulio Carlo Argan, Giovanni
Maria Accame, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Carmine
Benincasa, Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Enrico Crispolti, Bruno
Corà, Giorgio Cortenova, Roberto Daolio, Palolo Fossati, Alberto Fiz,
Francesco Gallo, Mario Luzi, Lara Vinca Masini, Bruno Munari, Pierre
Restany, Carmelo Strano, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli,
Cesare Vivaldi.
Hanno scritto di lui: Giulio Angelucci,
Flavio Bellocchio, Goffredo Binni, Mario Giannella, Armando Ginesi,
Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Roberto Pinto, Giuliano
Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.
Sono stati pubblicati cataloghi di poesie
inedite dei maggiori poeti Italiani : Andrea Zanzotto. Mario Luzi, Tiziano
Rossi, Milo De Angelis, Maria Luisa Spaziani, Alberto Bevilacqua, Franco
Loi, Maurizio Cucchi, Alberto Caramella, Giuseppe Conte, Vivian Lamarque,
Giancarlo Majorino, Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi,
Antonio Riccardi, Mario Santagostini, Cesare Vivaldi.
Luoghi della trasparenza.
Da vari anni Paolo Gubinelli conduce una
ricerca solitaria, ma particolarmente intensa, nella direzione di un
superamento delle grammatiche del formalismo astratto, sia di quello
derivato dalle matrici storiche del Costruttivismo che di quelle recenti
del Minimalismo, con l'intento quanto mai esplicito di liberare energie
espressive, da lui considerate più pure, di per sé forse intangibili,
comunque meglio appropriate all'idea di una luce-colore quale primaria
essenza dei valori costitutivi della pittura. In questa difficile
avventura egli è giunto a concepire e praticare una pittura che mostra di
abitare innanzi tutto i luoghi meno esplorati delle categorie concettuali
ed espressive della trasparenza, del suo experiri ideativo e della materia
che lo incarna. L'intera opera dell'artista
infatti si è progressivamente svolta con
rigorosa coerenza all'insegna di questa necessità di ordine
prevalentemente poetico, declinandosi lungo uno splendido percorso
stilistico tramite un continuo e quasi ascetico esercizio di affinamento e
di approfondimento di quelle risorse linguistiche che possono condurre a
percorrere territori estremi dell'astrazione pittorica e di una
astrazione, in questo caso, di assoluta liricità.
Fin dagli esordi Gubinelli si era rivolto del
resto a sperimentare modalità espressive coniugate attraverso mezzi in
apparenza quanto mai elementari, costituiti agli inizi da sottili trame
lineari, in seguito sempre più svincolate da referenzialità geometriche,
e, poi, da pochi lievissimi “segni”, anzi da impercettibili
“incisioni”, variamente modulate sulla superficie oppure da vere e
proprie piegature del supporto, procedendo egli così ad elaborare una
strutturazione compositiva fatta di rapinose scansioni ritmiche e spaziali
sulla base di armoniche partiture cromatiche o meglio di motivi
plastico-musicali. Ogni procedimento operativo mirava in sostanza a far
risultare i valori di una visione di pura spazialità della luce e del
colore, di produrre l'evento della loro espansione epifanica e quindi
rivelativa di ciò che sta prima di ogni determinazione formale. Tale
processo decantava in sé l'idea e il sentimento della pittura tout court,
identificata per di più con quel principio generatore della luce,
trascendente la stessa materia visiva, da consegnare soltanto alla
percezione di ascolti nel mondo della propria interiorità. In questa
ricerca Gubinelli, maturatosi d'altra parte nella ricognizione delle
esperienze più avanzate dell'astrattismo e del razionalismo integrale, si
è ben guardato dal ricorrere a compiacenti intimismi, bensì si è
rivolto ad indagare le ragioni di una istanza di essenzialità del fare
pittura, oggi, oltre le suggestioni di una versione magari minimalista,
investigando piuttosto sperimentalmente le facoltà ancora intatte di
questa realtà espressiva e delle sue possibilità poetiche. Più che una
dizione sia pure sofisticata di astraente purismo la sua pronuncia
pittorica si inquadra nel contesto di una esigente riflessione sul senso
di quel fare, per cui le sue “carte”, esili mappe di un viaggio
dell'anima, focalizzano momenti di stupefazione, i quali possono
addirittura distribuirsi in uno spazio ambientale o aprirsi soltanto su se
stessi, trasformarsi in “rotoli” dai significanti inesplicabili,
divenire dei “frammenti” di un discorso inesauribile che occorre
tuttavia saper decifrare di volta in volta se il nostro bisogno di ascolto
sfiora le medesime profondità.
Toni Toniato
(2002)
ED ANCORA...
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POESIE INEDITE: MARIA
LUISA SPAZIANI
Inaugurazione :
Domenica 2 Giugno - 2004 ore 17.00
CATALOGO IN GALLERIA
COMUNE DI S.
BENEDETTO DEL TRONTO ASSESSORATO ALLA CULTURA
PALAZZINA AZZURRA 2 – 23 MAGGIO INAUGURAZIONE DOMENICA 2 MAGGIO ORE 17.00
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