"COLOSSI ARTE CONTEMPORANEA"
Brescia
.........................................................................................................................................................................PAOLO SCHEGGI - "La profondità della superficie"
20 gennaio 8 marzo 2007
COMUNICATO STAMPA
Paolo Scheggi è stato nell’arte come una meteora incandescente: con queste parole, Daniele Colossi introduce il pubblico all’esclusiva esposizione dedicata ad uno fra gli artisti più sperimentali ed innovativi nel dibattito artistico degli anni Sessanta e Settanta italiani ed europei, la cui opera non cessa, ancora e soprattutto oggi, di suscitare interesse e riflessioni.
Fiorentino d’origine, milanese per adozione, nel breve volgere della sua vita Scheggi seppe estendere la propria creatività dall’architettura al teatro, dalla moda al design – basti pensare alle sue collaborazioni con Bruno Munari, Alessandro Mendini, Germana Marucelli – con una coerenza ed una originalità raramente coesistenti, come ha saputo intuire e poi sottolineare la critica più illuminata, da Dorfles a Celant, da Argan a Calvesi a Szeeman.
Posta sotto l’Alto Patrocinio del Senato della Repubblica, la mostra intende allora ripercorrere il suo percorso creativo a partire dalle fondamentali opere realizzate attorno al 1960, quando il giovane artista, dallo studio di Settignano, iniziava ad elaborare la propria personalissima concezione spaziale, associando la funzione della superficie all’impatto del colore, già sapientemente “scelto”, alla centralità del segno-icona – la freccia, il vettore, l’ellisse ed il punto – quale indicatore spaziale di una “situazione” e di una “visione” destinate a ritornare, con centrale insistenza, in tutta la sua opera successiva.
Eccezionalmente presenti in mostra, questi primi lavori si affiancano poi alle Storie di un’idea, opere di straordinaria purezza ed intensità formale dove il concetto spaziale e la definizione formale già si delineano con coerenza cristallina, nell’alternarsi dei neri e dei bianchi della tela, dei pieni e dei vuoti della superficie. Fra Rinascimento e Spazialismo, avanguardia e sperimentazioni, la ricerca di Scheggi ha saputo portare avanti una rivoluzionaria riflessione sullo spazio e sul tempo, sulla forma e la materia, destinata a confluire nei lavori dei pieni anni Sessanta, di cui la mostra offre un’accurata selezione: si tratta di quelle Zone riflesse, di quelle Intersuperfici curve dove il rigore della geometria si sposa con la metafisica del vuoto, mentre la purezza del colore rinvigorisce l’energia della profondità.
Grazie al contributo di Franca Scheggi, Ugo La Pietra e Franca Sacchi, esclusivamente intervistati per l’esposizione (le tre interviste si trovano sul dvd allegato al catalogo), sono stati ricostruiti i momenti più importanti e le collaborazioni più significative dell’artista, con il mondo della moda, con il teatro e la performance, con il design e l’architettura…la mostra offre così al pubblico l’affascinante possibilità di fare un salto all’indietro, immergendosi nei magici ed enigmatici anni Sessanta, attraverso l’esposizione di una serie di fotografie inedite che ritraggono e sorprendono Scheggi durante eccentriche sfilate di alta moda, attimi di concentrazione nello studio, vernissage internazionali e momenti di svago con i suoi amici artisti.
Definiti quadri oggettuali, opere concettuali, analisi e “modelli” del rapporto fra vuoto e pieno, presenza e assenza, uomo e spazio, individuo e ambiente, ecco che le opere di Paolo Scheggi sanno ancora, oggi più di ieri, stupire e sedurre, rivendicando, grazie all’attento percorso espositivo proposto in Galleria, l’eccezionale modernità di un artista ancora tutto da scoprire.
Inaugurazione: sabato 20 gennaio, dalle ore 16.30.
Orari di Galleria: da martedì a venerdì: 16-19; sabato e domenica: 10-12 e 15.30-19; lunedì chiuso. Ingresso libero.
Ilaria Bignotti, “Paolo Scheggi – Le inquiete prospettive” Abstract del saggio in catalogo...