IN - FORMA GEOMETRICA
a cura di Saverio Cecere e Rosario Pinto
Insignita della medaglia del Presidente della Repubblica Italiana
Sala della loggia, Museo Civico di Castelnuovo (Maschio Angioino)
Napoli, Italia
Dal 5 al 26 febbraio 2009
La mostra comprende 50 artisti provenienti da Venezuela, Argentina, Brasile, Equatore, Colombia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Gran Bretagna, Egitto, Italia.
La mostra viene accompagnata da un volume contenente 250 tavole a colori delle opere, degli aspetti teorici, e storiografici di tutti i gruppi e movimenti che hanno operato nel campo dell’arte geometrica in tutte le sue declinazioni.
Il libro edito da Gutenberg edizioni, Penta Salerno.
Vi partecipano:
Luis Arnal - Maria Gordon Arvelaiz - William Barbosa - Renato Barisani
Ania Borzobohaty - Claude Bourguignon - Ingeborg Bruch
Jose Caceres - Francisco Camino - Saverio Cecere
Henk Crouwel - Eef De Graaf
Roland De Jong Orlando - Pino De Luca - Gianni De Tora
Vittorio Fortunati - Aldo Fulchignoni - Francesco Gallo
Joso Galvao - Jose Guedes
Nicole Guyhart - Hernan Hara - Angel Hernandez
Octavio Herrera - Domenique Hieaux - Jorge Jaramillo
Anneke Klein Kranenbarg-Hanz Kleisman - Ettore Le Donne
Josef Linschinger - Cyril Lixenberg - Alberto Lombardi - Enea Mancino
Jaildo Marihno – Michelangeli - Renato Milo
Ingnacio Monque - Nanin - Simon Oud - Antonio Perrottelli
Marta Pilone - Arturo Quintero
Roel Rolleman- Inès Silva
Mario Stoccuto- Giovanna Strada - Muneki Suzuki
Wolfang Ulbrich - Andrè Van Lier - Piet Van Zon- Francesco Varlotta
Attilio Michele Varricchio - Yahya Youssef
Rosario Pinto
MORE GEOMETRICO
Congiunture plano-temporo-spaziali nell’ordine geometrico
tratto dal volume IN-FORMA GEOMETRICA a cura di Saverio Cecere e Rorario Pinto, Edizioni Gutenberg, Penta, Salerno.
“… E’ giusto, allora, osservare che buona parte dell’arte del Novecento, secondo tali prospettive d’indirizzo di lettura, può essere osservata con occhi diversi: perde essa senz’altro le caratteristiche di alienazione dalla realtà che l’aniconicità sembra assegnarle e diventa, piuttosto, la rappresentazione delle sue ragioni.
Queste saranno, evidentemente, ragioni ‘oggettive’, più che ‘oggettuali’ e la componente psicologica agirà piuttosto nella direzione della descrizione e dell’utilizzo delle forme che non in quella della rappresentazione degli stati d’animo.
La forza convincente della razionalità si esprime non come quella che dirime definitivamente il problema, ma come quella che ne esplicita i dati e la rappresentazione geometrica non è altro che il tentativo di manifestare un’interpretazione del mondo segnando, dal punto di vista del soggetto umano, l’affermazione di una Weltanschauung che non può essere che, necessariamente, soggettiva e temporale, quindi, profondamente relativa e, cioè, storica.
Non è quindi, questa costruzione di una realtà more geometrico la rappresentazione simbolizzata dell’esistente, piuttosto è il rifiuto di qualsiasi deriva simbolistica, così come è il ripudio di qualsiasi prospettiva d’astrattezza.
Sembra riaffermarsi il dettato antico medievale del nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu, con la sottolineatura, cioè, della primarietà del senso rispetto all’intelletto, ossia della pregiudiziale preminenza, all’interno del processo conoscitivo, dell’impatto esperienziale del senso e cioè del corpo.
Tale prospettiva, come ben può intendersi, non può non essere che quella d’un nuovo umanesimo: la figura del soggetto umano vi si trova esaltata in un affondo di carattere contenutistico che si riafferma ed esprime con forza, convalidando una tesi che era già valida in antico e che cioè l’arte si dovesse misurare in ragione della sua forza contenutistica, in cui la cosiddetta ‘veste formale’ fosse tutt’uno con le ragioni del suo progetto.
Ciò che vi è ora di nuovo e di esaltante è che il progetto non s’esaurisce e non s’annichilisce nell’avvenuta creazione dell’opera, ma agisce ancora in essa chiedendo al fruitore il contributo decisivo per la sua affermazione ed ulteriore esplicitazione.
L’ordine ‘concettuale’ e l’ordine ‘geometrico’ tendono a fondersi in unum.
Tutta la storia dell’astrazione del Novecento – al di là delle singole scansioni particolari – dovrebbe leggersi come storia di un processo di convergenza e di conciliazione con le ragioni ‘concettuali’.