"cronaca da una valle: la val di susa" manifestazione di
serravalle scrivia
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fotografie di paola zorzi scattate in occasione di:
"cronaca da una valle: la val di susa"
cronaca da
una valle: la val di susa
devo ammettere
che è difficile prendere posizione contro un progetto ferroviario e
potrebbe anche darsi che questo non sia né il momento né
l'occasione giusta per farlo. ma non è certo difficile capire
perché questo avvenga. si tratta
evidentemente di dar voce ad una sensazione: quella che, di fatto,
ha visto per decenni la gente comune relegata all'ultimo posto negli
interessi di politici e imprenditori ("salvo quando trasformati in
elettori o "consumatori" indirizzati e a quel punto addirittura
viziati"
frase-agggettivo. mentre l'urgenza
di dover recuperare in fretta e furia ritardi rispetto ad altri
paesi europei sembra non possa far a meno di passare sopra la testa
di tante persone.
prima di tutto gli abitanti della valle, i lavoratori e i pendolari
che con il loro lavoro sostengono concretamente il paese, da sempre
gli ultimi ad essere presi in considerazione.
prima di tutto (invece) l'alta velocità, i treni di lusso su cui non
saliranno che raramente quindi quelle stesse merci provenienti dai
luoghi in cui è stata spostata molta parte della produzione perché
la manodopera è a minor costo.
per quanto riguarda poi le tante preoccupazioni sulla salute e
sull'ambiente sono d'accordo, a volte si esagera. lo sanno bene
quei "cittadini" (abitanti delle città) costretti a respirare smog
e a vivere in ambienti non proprio entusiasmanti per 12 mesi
l'anno: il progresso ha un prezzo.
ma … dopo marghera e le tante morti bianche di cui è cosparsa la
storia industriale del nostro bel paese non si fa fatica a capire
perché altri cittadini, oltre ad alzare la testa, mettano avanti le
mani.
ma, visti i precedenti, certamente nessuno ha intenzione di
attentare ai fragili equilibri politici oggi esistenti … e
personalmente continua a risultarmi difficile prendere posizione
contro un progetto ferroviario, in teoria e in un altro contesto,
l'ultima delle cose da criticare in quanto è risaputo che se un
giorno il treno sostituisse l'aereo e altri tipi di trasporto, anche
in vista di possibili crisi energetiche, non potrebbe che
significare minor consumo, inquinamento e profitti pubblici.
ma è anche vero che questo non può avvenire con i manganelli e la
bocca chiusa.
l'italia poi non è certo la steppa, costellata com'è di bellissime
città e d'arte a distanza talmente ravvicinata da non superare a
volte i 30/50 km l'una dall'altra.
per di più forse l'alta velocità sarebbe "più una bella cosa" se il
numero imprecisato di pendolari, studenti e lavoratori che in questi
anni hanno affollato i treni locali non fossero stati costretti a
costituirsi in comitati per essere ascoltati … e qualcosa è stato
fatto.
… e (sarebbe "ancor più una bella cosa") se non si fossero
ventilati tagli ai cosiddetti rami secchi delle ferrovie, anche
questi costantemente affollati di studenti e lavoratori sempre più
itineranti, persino di questi tempi con la pianura padana
risparmiata dalle sue leggendarie e micidiali nebbie stagionali.
mentre di ben altri rami secchi la storia, che insegna sempre
qualcosa, da tempo ci istruisce.
ma mentre dar contro ad un progetto ferroviario continua a
risultare difficile sembra che in italia (e non solo!) i profitti
del secolo scorso si siano volatilizzati e che non ci siano capitali
(e progetti) che per grandi opere. dove, per inciso, sarei curiosa
di sapere, a parte la qualità del lavoro, quante donne
risulterebbero impiegate in queste conservatrici macchine "da
costruzione" … ma questo è un altro discorso.
certo c'è sempre molto da recuperare e ci dicono che tutto si sta
facendo nel nostro interesse e magari anche in buona fede. ma così
come, sempre in buona fede, capita di avere opinioni del tutto
differenti su molti argomenti accade anche che i problemi di chi
non ha grandi mezzi talvolta non siano neppure visti e presi in
considerazione.