Diario 11.
ritorno a Soho e quotidianità newyorkese
Le giornate passano veloci, la città è calda e fiorita, io sono
più serena,
e tutto è più rosa.
Ho visto parecchie cose interessanti. Un breve elenco:
inaugurazione di Mathew
Barney da Barbara Gladstone, l? ultimo video di Barney, Drawing
Restrain
9, al cinema (opinioni molto contrastanti tra tutti quelli che
l?hanno visto.
Io l?ho trovato interessante, epico, ben fatto, ma scavando
scavando non
ci ho trovato molto..), inaugurazioni varie a Chelsea (una
bellissima mostra
alla White Box, le altre mediocri e con una presenza
impressionante di cattivi
lavori), un festival di musica elettronica suonata con giochi e
videogames,
per dirne alcuni. Per Pasqua con Mario siamo andati un giorno a
Coney Island,
con spiaggia che sembrava estate e un casino di hot dog nelle
miriadi di
stand vicino al grande lunapark, e l?altro giorno a Inwood park
e al chiostro,
nella parte più alta di Manhattan dove sembra di essere in
sudamerica e quasi
ovunque senti solo parlare spagnolo. Intanto nella mia galleria
stavano organizzando
la nuova collettiva, e Lee ha voluto il mio ultimo video di
Parigi da inserire
nella mostra del video box della galleria a Chelsea. La cosa ha
funzionato,
la mostra è venuta bene, ieri c?è stata l?inaugurazione, molta
gente, e questa
mia presenza video inaspettata mi ha fatto piacere, anche perché
si fermavano
capannelli di gente a vedere i video (erano 5 in loop che
giravano, ma il
mio con gli amanti nudi aveva una grande audience..!!).
Finalmente compaiono
anche David e Jeffrei. David ha passato tutto questo tempo in
terapie varie,
e domani parte per 3 mesi per continuare le terapie a Chicago.
Ho ricevuto
da Jeffrei qualche contante che mi doveva, ma di tutto il resto
ci parleremo
(e spero mi pagherà sto video!) lunedì quando torna da Chicago
(lo so che
ci vuole pazienza ormai).
Nel frattempo mi sono trasferita da Mario nella casa del Quebec
a Soho. E?
strano, tornata dal Messico sono andata ancora da kevin, e
siccome in questo
periodo lui non aveva altri ospiti in arrivo, mi ha detto
carinamente che
potevo stare quanto volevo. Mi accorgo che gli fa piacere la mia
presenza,
anche se ci incrociamo pochissimo e lui è sempre in ufficio, ma
quando ci
incrociamo facciamo lunghe e profonde chiacchierate. Nel
frattempo era tornato
Mario a New York nella sua grande casa studio e anche lui mi
aveva detto
che potevo andare da lui. Mi sono trovata con due posti dove
andare, insomma
esattamente atmosfera opposta a quella che avevo vissuto nei
mesi precedenti
e prima di partire per la breve vacanza (ma sono io che sono più
serena e
vedo più facili le cose, oppure sono le cose che diventano più
facili che
mi rendono più serena? Non so darmi una risposta?e nemmeno è
importante..).
Così con Mario abbiamo deciso di prenderci un po? di tempo prima
di trasferirmi
da lui, poiché anche lui aveva ospiti e poi perché volevamo
viverci un po?
la nostra storia da fidanzati e non conviventi, dato che tutti e
due lavoriamo
a casa e ci spaventava condividere tutto. Ma dall?altro lato
abbiamo ancora
poco tempo da condividere insieme a New York, e ci siamo detti
che era il
caso di provare ad abitare insieme. E lunedì di Pasqua mi sono
ritrasferita
in questa casa, dove la vita scorre serena, molto simile alla
vita quotidiana
in ogni parte del mondo. Intanto io mi sto occupando di nuovi
contatti, ho
lavorato ad aggiornare il mio portfolio con le ultime cose,
perché ci sono
gallerie e critici che lo vogliono vedere, ho aggiornato un po?
il sito (
a proposito: il diario è online!
http://www.liuba.net/diario%20ny/diario%20ny.htm)...
Ieri sera siamo andati a una festa underground di dj, arte, live
music, in
uno sperduto loft industriale di Brooklyn, spronati da Nora, che
diceva che
è un evento da non perdere, anche se eravamo tutto il giorno in
giro con
una pioggia che non ha mai smesso, ma alla fine abbiamo deciso
di fare sta
incursione, abbiamo preso un taxi ( con il foglietto delle
istruzioni per
andarci scritto da Nora, perché i taxi di Manhattan non
conoscono le strade
di Brooklyn) e siamo entrati per una porticina dove nemmeno si
vedeva il
numero civico, e ci siamo trovati in un enorme, allegro
labirinto con 7 sale
eventi, tutte decorate con sculture, installazioni, lucine
lampeggianti,
caverne, di tutto appeso al soffitto pittura e colori i più
disparati sui
muri, con centinaia e centinaia di persone, e in ogni sala
c?erano eventi
diversi: in una si alternavano gruppi musicali live (quello che
mi è piaciuto
di più era uno con musica balcanica mix, che ho ballato come una
trottola),
ne ho visti almeno 4, in un?altra cantanti, acrobati, attori, e
nelle altre
fantastici dj con ottima musica, sperimentale, ballabile e molto
allegra.
Un posto assurdo da quanto era bello, tipo paese dei balocchi (
se avessi
avuto la macchina fotografica avreste capito cosa voglio dire!!)
Settimana scorsa sono stata a Brooklin un altro paio di volte,
dove, tramite
un amico artista performer italiano che mi ha scritto dandomi
dei suoi amici
da contattare, ho conosciuto molti altri artisti, soprattutto
performer.
Una sera a cena da Jill eravamo in dieci performer: un gruppo di
5 dall?estonia,
a new york per una performance in un università, altri performer
americani,
oltre a Jill e a me. Ci siamo mostrati a vicenda i video dei
nostri lavori,
tra bottiglie di vino, birra, e cibo indonesiano cucinato da
Jill e un?altra
sua amica. Eventi, persone stimoli e atmosfere da conservare e
portarsi dietro
nel tuo vissuto col loro sapore..
Comincio a prendere gusto alla vita newyorkese, sono in ottima
compagnia,
e felice, così è la vita, un po? su e un po? giù, chissà cosa mi
aspetta
poi? però ora mi dispiace di ripartire tra un po?, il 9 maggio
dovrei avere
l?aereo, e mi sembra di interrompere un pezzo di vita.
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