PH7
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CALENDARIO MOSTRE 2005

_______________________"in oltre":  note sull'esposizione

e una con siderazione su "manifesto n°ø"
di cui Luciano pivotto che partecipa alla mostra  è tra i  fondatori
 
sottolineo la presenza di  luciano pivotto che ha partecipato a questa esposizione con un'opera davvero significativa: la  stessa  presente a genova in contemporanea alla manifestazione del g 8 - 2001.   luciano pivotto "in oltre"  è tra i fondatori dell'ormai sciolto "manifesto n°ø".  realtà artistica operativa a livello locale, nazionale e internazionale e che a suo tempo si presentò nel territorio come  una realtà artistica di forte impatto.
come sovente avviene di certo non hanno giovato alla sopravvivenza di "manifesto n°ø" il clima generale di questi anni.
sappiamo anche  che molte delle  sperimentazioni linguistiche  oggi utilizzate in campo artistico sono in atto già da tempo.   proprio  per questo, molte pro-posizioni contemporanee vengono accusate  di scarsa originalità.  ma spesso ci si dimentica che,  una delle  caratteristiche più pregnanti (del)la contemporaneità e (di) un reale  progresso inteso in senso democratico, cioè rivolto a tutti, è rappresentato anche  dall'estensione (il passaggio) della fruizione (e) della produzione artistica (e di ogni altro campo) da un'élite a tutti .  (anche se in alcuni casi questo non  può che avvenire  in forma mediata . non è possibile infatti  fare, leggere e sapere,  tutto di tutto).
relativizzare però l'aspettativa un po' retorica del"la novità per la novità"  implica anche una  concreta adesione ad una  realtà intesa in senso  allargato .   così come  un fare artistico  aderente al presente e al contesto ("storico""?!")  possono davvero essere  presupposto di novità, come  è avvenuto in questo caso.
Tornando quindi a parlare  di "manifesto n. ø", in breve questo  è stato fatto oggetto, di una  prassi ben sperimentata e diffusa in molti campi.  consistente nello screditare e misconoscere al momento più opportuno determinate persone,  per poi  recuperarne in modo decontestualizzato  idee, lavoro etc.   
per ritrovarle ripresentate poi su larga scala con quel supporto economico che solo  chi possiede potere o danaro è in grado di permettersi.
un'iniziativa ormai di portata internazionale come "passaggi a nord ovest" era stata ideata e inizialmente organizzata proprio da "manifesto n.ø" con il supporto dell'assessorato alla cultura della città di biella.  nata come esperienza originale coincideva  con le migliori intuizioni artistiche della nostra recente storia dell'arte ma soprattutto si era concretizzata inserendosi direttamente nel contesto urbano con diversi  presupposti sociali alternativi alla fruizione dell'opera d'arte tradizionale.  oggi anche questa  rischia  di essere riciclata e reinterpretata come estensione di un nuovo ed asettico urbanismo di stampo liberal-neomodernista.  nulla di male "in tutto ciò", basterebbe saperlo!   sapere cioè quando si tratta di diffusione o distorsione.   in un altro articolo già pubblicato su "la provincia di biella" rilevavo che anche "questo è successo.." cioè il successo viene giustamente recuperato sempre . e in parte decontestualizzato. ma, quando questo avviene ci si augurerebbe di aver  ben chiaro chi sono gli attori e quale  il contesto!.   passaggio non indispensabile ma davvero necessario quando l'utopia non si realizza . completamente o per nulla.  per evitare contrabbandi e  per capire la dinamica della storia,   anche quella dell'arte.   dunque non per  individualismo.  a questo proposito  vorrei ricordare che  molti di noi,  pur (condividendo ma) non teorizzando più (perché già fatto) la critica all' individualismo quale retaggio romantico (non negativo di per sé ma  in quanto residuale sistemico),  semplicemente la aveva talmente introiettata da dimenticare di firmare lavori e scritti .
ma  a quanto pare purtroppo questo è ancora reso necessario, fosse anche solo   per capire quali sono le dinamiche e le ragioni di ciò che avviene.  purtroppo è ancora la coscienza di una fino ad ora sempre parziale realizzazione dei nostri propositi  (e perciò  ancora utopie "sic"?!) a creare e rilanciare a posteriori (!!) questa "gretta" necessità.  ancor più quando ad essere eclissati ed estromessi senza troppi  complimenti sono proprio gli ideatori e artefici delle iniziative più significative.

luigi piana entrato da tempo  a far  parte dello stalker teatro attualmente  è sempre più impegnato  nel territorio in aree problematiche denunciando e rendendo partecipi in prima persona i soggetti coinvolti e il pubblico .  stalker teatro è, con michelangelo pistoletto  tra i coorganizzatori  dei programmi di cittadellare fondazione pistoletto di biella . 
sempre di luigi piana, molto bello un suo intervento artistico del 2003 in occasione della rassegna  "andiamo al piazzo" in cui sulla parte alta della città antica (biella) e percorsa da un tessuto rosso in lontananza  una torre appariva come sanguinante. 
più discutibili  anche se tecnologicamente estremamente raffinate alcune opere esposte in questi anni .
per questa mostra  un lavoro quasi atono, dal colore neutro che in contrapposizione all'azione drammatica si impone come silenzio.   il silenzio del colore, d'altronde  presente in quasi tutta l'esposizione, qui si manifesta attraverso mani che emergono da una superficie infranta.    poco lontano un altro non meno significativo  colore sbiadito dall'uso nella bandiera per la pace presentata da enea ribatto e nel bianco e nero della grande tela  pittorica di silvano debernardi:  terrazzamenti stilisticamente coincisi visti come da una prospettiva aerea.
(per maggiori informazioni su stalker teatro e cittadellarte :
www.cittadellarte.it - www.stalkerteatro.net )

alfredo sciuto
" incontrato per la prima volta a milano nel 1998 dove stava collaborando all'installazione di una mostra per arte struktura.   arte struktura in quegli anni era punto di riferimento per noi artisti.  luogo in cui,  chi era  coinvolto nelle attività creative ed espositive  dell'associazione, poteva contare di essere ospitato.  il secondo incontro,  sempre ad arte struktura, è avvenuto  mentre  da poco avevo presentato alcuni lavori con lenti  e fatto alcune esperienze sulla percezione del  movimento attraverso l'uso di obiettivi fotografici. 
sciuto in quell'occasione era apparso alla porta indossando una delle sue  maschere "tecnologiche" realizzate "gioco-forza" con materiale di recupero, lenti comprese  prelevate da occhiali da lavoro o oggetti.  Oggi non posso non pensare che in qualsiasi altro ambiente questa inconsueta apparizione sarebbe stata accolta con stupore che con il nostro interesse.  soprattutto mi piaceva l'idea che questi "oggetti" fossero indossati e sperimentati senza mediazioni puntando ad una percezione diretta e coinvolgente.  lenti indossate attraverso particolari protesi e tubi plastici, occhiali asimmetrici e colorati. 
da alfredo sciuto stesso, in quell'occasione di passaggio da milano perché in viaggio  tra la sicilia , sua terra d'origine, e berlino, venivo a conoscenza del suo nuovo modo di vivere e abitare.  a berlino infatti il comune da/va la possibilità ai giovani (e non solo) di usufruire di  uno spazio verde situato in particolari zone della città.   su cui  vengono poi posati  containers dove era ed è possibile abitare .  l'inverno doveva essere era stato duro . si capiva.    ma  una piccola foto da  cui era possibile intravedere: il verde, la casa, della legna tagliata e una bici, facevano pensare a una  serenità che in quel momento mi sembrava davvero ("?!") lontana. 
abitare a berlino  in quegli/ questi (?) anni, mi veniva riferito,  significava  sentirsi un po' in uno dei  centri pulsanti del mondo.  questo  al di là dell'enorme investimento economico: cantieri ovunque etc ... ma  piuttosto in quanto crocevia di comunicazione tra persone ed esperienze differenti, a volte di fatto alternative.   vengo a sapere che alcune persone nei containers, e anche a berlino "città", vivono senza utilizzare energia elettrica.  sicuramente questo non avviene solo per scelta, come ovunque  i problemi economici e una crisi strisciante sono presenti eccome!   e però non sempre questa condizione si traduce in emarginazione  .

per questa esposizione, alfredo sciuto, oltre ad esporre una tavola dal titolo "ideotrama" (opera già inserita nella rassegna "l'arte costruisce l'europa .") è venuto di persona portando con sé  un  video.  è stato così  possibile assistere alla  presentazione di alcune   performances da lui  recentemente realizzate a berlino con altri artisti in un contesto sostenuto dalla città in favore di una  valorizzazione dell'ambiente umano in alcuni quartieri della metropoli. in una di queste, il tema del lavoro è affrontato da una prospettiva insolita: il performer fa sì che tutto il suo corpo venga ricoperto dalla  scritta  "io lavoro" .. la performance di sciuto  si svolge invece attraverso un percorso ostacolato da un lunghissimo tubo in plastica.  una specie di apparato digerente  gonfiato,  piegato, a tratti ritorto, prelevato dai materiali usati nei cantieri edili. una specie di  intestino che  occupando tutto lo spazio disponibile della galleria  arrivava fino a invadere le cantine dell'edificio ostacolando il percorso dei visitatori. mentre  la sua  presenza fisica tra le altre cose appare caratterizzata da una tuta "spaziale" ? che rimanda,  non senza  ironia "!",  ad un altro suo lavoro dal titolo "evocativo":  "bara per astronauti" .

per quanto mi riguarda questa esposizione è stata un po' l'occasione di presentare gli ultimi  lavori.
tra questi alcuni che da anni volevo realizzare ma non avevo la possibilità di esporre.  così in collaborazione con alcune/i amiche/i  abbiamo dispiegato e incollato al muro un intero quotidiano scrivendo con un pennarello rosso  a fianco di ogni immagine in cui comparivano  persone:  "donna" o "uomo" .  a seconda dei casi.   procedimento inteso in senso  estensivo che chiunque cioè avrebbe  poi potuto  sperimentare  in molte  altre  occasioni . non senza sorprese !!
questo lavoro è stato presentato  solo come  uno dei tanti percorsi possibili sul tema della controversa "parità"  tra i sessi. concentrato sulle immagini anche in considerazione del fatto che, mentre non tutti gli articoli vengono letti, la maggior parte delle immagini hanno una buona  probabilità di essere viste.
e  perché generalmente sono percepite con una velocità superiore alla lettura, quindi  piuttosto condizionanti anche a livello inconscio.  
titolo: "16 ottobre 2005: il quotidiano".

paola zorzi
biella-pralungo novembre 2005

 

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