PH7
spazio web a cura di paola zorzi ph7@giosuemarongiu.it
CALENDARIO MOSTRE 2005
_______________________"in oltre": note
sull'esposizione
e una con siderazione su "manifesto n°ø"
di cui Luciano pivotto che partecipa alla mostra è tra i fondatori
sottolineo la presenza di luciano pivotto che ha partecipato a
questa esposizione con un'opera davvero significativa: la stessa
presente a genova in contemporanea alla manifestazione del g 8 -
2001. luciano pivotto "in oltre" è tra i fondatori dell'ormai
sciolto "manifesto n°ø". realtà artistica operativa a livello
locale, nazionale e internazionale e che a suo tempo si presentò nel
territorio come una realtà artistica di forte impatto.
come sovente avviene di certo non hanno giovato alla sopravvivenza
di "manifesto n°ø" il clima generale di questi anni.
sappiamo anche che molte delle sperimentazioni linguistiche oggi
utilizzate in campo artistico sono in atto già da tempo. proprio
per questo, molte pro-posizioni contemporanee vengono accusate di
scarsa originalità. ma spesso ci si dimentica che, una delle
caratteristiche più pregnanti (del)la contemporaneità e (di) un
reale progresso inteso in senso democratico, cioè rivolto a tutti,
è rappresentato anche dall'estensione (il passaggio) della
fruizione (e) della produzione artistica (e di ogni altro campo) da
un'élite a tutti . (anche se in alcuni casi questo non può che
avvenire in forma mediata . non è possibile infatti fare, leggere
e sapere, tutto di tutto).
relativizzare però l'aspettativa un po' retorica del"la novità per
la novità" implica anche una concreta adesione ad una realtà
intesa in senso allargato . così come un fare artistico
aderente al presente e al contesto ("storico""?!") possono davvero
essere presupposto di novità, come è avvenuto in questo caso.
Tornando quindi a parlare di "manifesto n. ø", in breve questo è
stato fatto oggetto, di una prassi ben sperimentata e diffusa in
molti campi. consistente nello screditare e misconoscere al momento
più opportuno determinate persone, per poi recuperarne in modo
decontestualizzato idee, lavoro etc.
per ritrovarle ripresentate poi su larga scala con quel supporto
economico che solo chi possiede potere o danaro è in grado di
permettersi.
un'iniziativa ormai di portata internazionale come "passaggi a nord
ovest" era stata ideata e inizialmente organizzata proprio da
"manifesto n.ø" con il supporto dell'assessorato alla cultura della
città di biella. nata come esperienza originale coincideva con le
migliori intuizioni artistiche della nostra recente storia dell'arte
ma soprattutto si era concretizzata inserendosi direttamente nel
contesto urbano con diversi presupposti sociali alternativi alla
fruizione dell'opera d'arte tradizionale. oggi anche questa
rischia di essere riciclata e reinterpretata come estensione di un
nuovo ed asettico urbanismo di stampo liberal-neomodernista. nulla
di male "in tutto ciò", basterebbe saperlo! sapere cioè quando si
tratta di diffusione o distorsione. in un altro articolo già
pubblicato su "la provincia di biella" rilevavo che anche "questo è
successo.." cioè il successo viene giustamente recuperato sempre . e
in parte decontestualizzato. ma, quando questo avviene ci si
augurerebbe di aver ben chiaro chi sono gli attori e quale il
contesto!. passaggio non indispensabile ma davvero necessario
quando l'utopia non si realizza . completamente o per nulla. per
evitare contrabbandi e per capire la dinamica della storia, anche
quella dell'arte. dunque non per individualismo. a questo
proposito vorrei ricordare che molti di noi, pur (condividendo
ma) non teorizzando più (perché già fatto) la critica all'
individualismo quale retaggio romantico (non negativo di per sé ma
in quanto residuale sistemico), semplicemente la aveva talmente
introiettata da dimenticare di firmare lavori e scritti .
ma a quanto pare purtroppo questo è ancora reso necessario, fosse
anche solo per capire quali sono le dinamiche e le ragioni di ciò
che avviene. purtroppo è ancora la coscienza di una fino ad ora
sempre parziale realizzazione dei nostri propositi (e perciò
ancora utopie "sic"?!) a creare e rilanciare a posteriori (!!)
questa "gretta" necessità. ancor più quando ad essere eclissati ed
estromessi senza troppi complimenti sono proprio gli ideatori e
artefici delle iniziative più significative.
luigi piana entrato da tempo a far parte dello stalker teatro
attualmente è sempre più impegnato nel territorio in aree
problematiche denunciando e rendendo partecipi in prima persona i
soggetti coinvolti e il pubblico . stalker teatro è, con
michelangelo pistoletto tra i coorganizzatori dei programmi di
cittadellare fondazione pistoletto di biella .
sempre di luigi piana, molto bello un suo intervento artistico del
2003 in occasione della rassegna "andiamo al piazzo" in cui sulla
parte alta della città antica (biella) e percorsa da un tessuto
rosso in lontananza una torre appariva come sanguinante.
più discutibili anche se tecnologicamente estremamente raffinate
alcune opere esposte in questi anni .
per questa mostra un lavoro quasi atono, dal colore neutro che in
contrapposizione all'azione drammatica si impone come silenzio. il
silenzio del colore, d'altronde presente in quasi tutta
l'esposizione, qui si manifesta attraverso mani che emergono da una
superficie infranta. poco lontano un altro non meno
significativo colore sbiadito dall'uso nella bandiera per la pace
presentata da enea ribatto e nel bianco e nero della grande tela
pittorica di silvano debernardi: terrazzamenti stilisticamente
coincisi visti come da una prospettiva aerea.
(per maggiori informazioni su stalker teatro e cittadellarte :
www.cittadellarte.it
-
www.stalkerteatro.net
)
alfredo sciuto
" incontrato per la prima volta a milano nel 1998 dove stava
collaborando all'installazione di una mostra per arte struktura.
arte struktura in quegli anni era punto di riferimento per noi
artisti. luogo in cui, chi era coinvolto nelle attività creative
ed espositive dell'associazione, poteva contare di essere
ospitato. il secondo incontro, sempre ad arte struktura, è
avvenuto mentre da poco avevo presentato alcuni lavori con lenti
e fatto alcune esperienze sulla percezione del movimento attraverso
l'uso di obiettivi fotografici.
sciuto in quell'occasione era apparso alla porta indossando una
delle sue maschere "tecnologiche" realizzate "gioco-forza" con
materiale di recupero, lenti comprese prelevate da occhiali da
lavoro o oggetti. Oggi non posso non pensare che in qualsiasi altro
ambiente questa inconsueta apparizione sarebbe stata accolta con
stupore che con il nostro interesse. soprattutto mi piaceva l'idea
che questi "oggetti" fossero indossati e sperimentati senza
mediazioni puntando ad una percezione diretta e coinvolgente. lenti
indossate attraverso particolari protesi e tubi plastici, occhiali
asimmetrici e colorati.
da alfredo sciuto stesso, in quell'occasione di passaggio da milano
perché in viaggio tra la sicilia , sua terra d'origine, e berlino,
venivo a conoscenza del suo nuovo modo di vivere e abitare. a
berlino infatti il comune da/va la possibilità ai giovani (e non
solo) di usufruire di uno spazio verde situato in particolari zone
della città. su cui vengono poi posati containers dove era ed è
possibile abitare . l'inverno doveva essere era stato duro . si
capiva. ma una piccola foto da cui era possibile intravedere:
il verde, la casa, della legna tagliata e una bici, facevano pensare
a una serenità che in quel momento mi sembrava davvero ("?!")
lontana.
abitare a berlino in quegli/ questi (?) anni, mi veniva riferito,
significava sentirsi un po' in uno dei centri pulsanti del mondo.
questo al di là dell'enorme investimento economico: cantieri
ovunque etc ... ma piuttosto in quanto crocevia di comunicazione
tra persone ed esperienze differenti, a volte di fatto
alternative. vengo a sapere che alcune persone nei containers, e
anche a berlino "città", vivono senza utilizzare energia elettrica.
sicuramente questo non avviene solo per scelta, come ovunque i
problemi economici e una crisi strisciante sono presenti eccome! e
però non sempre questa condizione si traduce in emarginazione .
per questa esposizione, alfredo sciuto, oltre ad esporre una tavola
dal titolo "ideotrama" (opera già inserita nella rassegna "l'arte
costruisce l'europa .") è venuto di persona portando con sé un
video. è stato così possibile assistere alla presentazione di
alcune performances da lui recentemente realizzate a berlino con
altri artisti in un contesto sostenuto dalla città in favore di una
valorizzazione dell'ambiente umano in alcuni quartieri della
metropoli. in una di queste, il tema del lavoro è affrontato da una
prospettiva insolita: il performer fa sì che tutto il suo corpo
venga ricoperto dalla scritta "io lavoro" .. la performance di
sciuto si svolge invece attraverso un percorso ostacolato da un
lunghissimo tubo in plastica. una specie di apparato digerente
gonfiato, piegato, a tratti ritorto, prelevato dai materiali usati
nei cantieri edili. una specie di intestino che occupando tutto lo
spazio disponibile della galleria arrivava fino a invadere le
cantine dell'edificio ostacolando il percorso dei visitatori.
mentre la sua presenza fisica tra le altre cose appare
caratterizzata da una tuta "spaziale" ? che rimanda, non senza
ironia "!", ad un altro suo lavoro dal titolo "evocativo": "bara
per astronauti" .
per quanto mi riguarda questa esposizione è stata un po' l'occasione
di presentare gli ultimi lavori.
tra questi alcuni che da anni volevo realizzare ma non avevo la
possibilità di esporre. così in collaborazione con alcune/i
amiche/i abbiamo dispiegato e incollato al muro un intero
quotidiano scrivendo con un pennarello rosso a fianco di ogni
immagine in cui comparivano persone: "donna" o "uomo" . a seconda
dei casi. procedimento inteso in senso estensivo che chiunque
cioè avrebbe poi potuto sperimentare in molte altre occasioni .
non senza sorprese !!
questo lavoro è stato presentato solo come uno dei tanti percorsi
possibili sul tema della controversa "parità" tra i sessi.
concentrato sulle immagini anche in considerazione del fatto che,
mentre non tutti gli articoli vengono letti, la maggior parte delle
immagini hanno una buona probabilità di essere viste.
e perché generalmente sono percepite con una velocità superiore
alla lettura, quindi piuttosto condizionanti anche a livello
inconscio.
titolo: "16 ottobre 2005: il quotidiano".
paola zorzi
biella-pralungo novembre 2005