ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI PICENI SASSOFERRATO (AN)
XXIX CONGRESSO INTERNAZIONALE DI STUDI UMANISTIC
PAOLO GUBINELLI
Fogli Incisi
EUGENIO DE SIGNORIBUS
Poesie
Istituto Internazionale di Studi Piceni
Sassoferrato
Paolo Gubinelli e l’intonaco della memoria
Nell’avvicendarsi dei decenni si sono depositate tracce di un itinerario artistico ricco di plurali alfabeti con cui coerentemente l’artista ha ribadito se stesso, dimostrando quella unicità di intenti che è la libertà del proprio mondo, ed è l’identità della propria persona. Paolo Gubinelli in questo 2008, con le sue opere, accompagna l’Istituto Internazionale di Studi Piceni per tramite di una sua mostra realizzata in tale qualificato incontro di studi da parte di p. Stefano Troiani e da Ferruccio Bestini, indicando così le effervescenze culturali di una testimonianza che ha radice nei maestri Sesto Prete e Alberto Grilli, perpetuandosi in un europeo respiro dove viene scandagliata, con la passione della filologia e con la realtà del documento, il luogo privilegiato di una Marca dell’Umanesimo che viene a riproporsi ogni qual volta nella nostra coscienza si evidenzia la capacità del linguaggio.
La verità del linguaggio nell’opera di Gubinelli è intimamente legata al sistema di valori a cui presiedono gli Studi Piceni. L’artista di Matelica - dove è nato nel 1945 - permette al supporto di ergersi a luogo della memoria. L’uso della carta e della ceramica - la quale in Gubinelli diventa una sorta di carta “in terra e fuoco” - sono come uno spazio di intonaco su cui un antico iconografo ha tracciato i propri sogni e i propri incubi. La carta e la ceramica sono un intonaco dove la memoria esprime se stessa visualizzando racconti e storie trovate alla rinfusa nel canestro dall’artista usato per raccogliere i frutti dai suoi notturni viaggi, dai suoi disincantati diurni itinerari. Dal cartoncino bianco si passa alla carta trasparente, quindi l’artista affronta i rotoli della carta usata come un papiro contemporaneo. In una dichiarazione del 2000 così si è espresso l’artista: “Nella mia attività artistica la carta è stata fino ad oggi il mio unico mezzo espressivo (…) sono passato alla carta trasparente (lucido da architetti) sempre incisa e piegata: o in fogli disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli - papiro con lievissime incisioni al limite della percezioni che si svolgono nell’ambiente”.
Le geometrie disegnate con i rilievi delle ceramiche recenti - tra il 2006 e il 2008 - sono uno spartito musicale composto con figure di colore disposto nell’alfabeto geometrico che spazializza nella regola della composizione le emozioni dirompenti di un eros celato. I segni come linee incise sulla carta - attorno all’antico 1973, ad esempio, o verso la definizione del decennio con il 1980 - erano, invece, la possibilità di una razionalità che si interrogava sulla analiticità del procedimento visivo, che si interrogava sulla realtà del procedimento ideativi della pratica artistica. Saranno i collages della carte trasparenti - 1984 - a imporre la liberalizzazione dalla composizione offrendo alla geometria della razionalità formale la visibilità dell’esoterico indicare il colore del ritmo, del movimento, della articolazione significante dello spazio del colore come realtà del pensiero. Non si trattò, infatti, ad un certo punto della ricerca, di analizzare il significato del procedere, bensì si è trattato di leggere e vivere i pensieri del simbolo, di un andirivieni tra la coscienza e il linguaggio sul fronte delle attese del non più nascosto romantico ascolto.
Dalla fine del decennio Ottanta e per i Novanta e in proseguo, Gubinelli ha saputo organizzare una pitture come libera affermazione della propria capacità di ascolto. Ha tenuto fede alla legge della composizione, ha tenuto fede alla legge della razionalità iconica. Ma, altresì, ha assolutamente imposto ai profumi e ai sapori, alle emozioni e ai suoni, ha imposto loro di uscire dallo scrigno, dal luogo segreto dove erano riposti. E la pittura è diventata afflato di sentimenti, di letteratura decisa nella verità di un vissuto ricolmo di realtà.
Tra i numerosi e precisi interventi dei critici – in un itinerario critico che per l’opera di Paolo Gubinelli rasenta il riassunto della maggiore tra le espressioni della storia della critica italiana -, la voce di un poeta e, in particolare, di un poeta caro ad Urbino e a Sassoferrato, come è stato ed è il ricordo Mario Luzi; riesce a farci entrare in via privilegiata nella intimità della costruzione artistica di Gubinelli: “Il regno della trasparenza e del candore – quasi un respiro trattenuto per meraviglia – con le sue tracce precise e incisive sul foglio, attenuate però per una sorta di castità mentale: questo ho incontrato”, scriveva nel 2000 Luzi, “incontrando l’opera di Gubinelli. E’ stato davvero un felice incontro, in chiave con l’esigenza che si fa sentire interiormente nei migliori contemporanei, di perspicuità e di sintesi”. Come per le antiche strade che dal Potenza collegavano le valli del Chienti, e quindi così come da Matelica ci si dirigeva all’abbazia di San Vittore delle Chiuse, con Paolo Gubinelli possiamo ripensare le antiche stagioni del primordialismo liciniano ed evocare dalle leopardiane ginestre i silenzi intrisi di profumi notturni.
I segni sulla superficie incidono anatomie di colori e spazi di silenzio. Vediamo le immagini e percepiamo il suono. Il timbro cromatico dilata la luce come una icona interiorizzante custodita nel cuore dei nostri segreti. A suo modo, queste opere sono opere della solitudine che ritornano alla solitudine. E alla malinconia sembra come accompagnarsi un compiacimento letterario di una storia felice del proprio nascondimento e, così, dimostrata non dichiarata e non declamata. Pittura della interiorità e della verità celata, questa pittura di Gubinelli fa respirare le luci che trafiggono dall’interno la cupola del San Vittore. E da questa nostra chiesa abbaziale, scaturisce il significato per una pittura di architettura religiosa. Per una sacralità del gesto che si dimostra essere segno dello spazio abitato. In quella abitabilità del luogo che è segno e gesto della presenza reale della poesia.
MARIANO APA
Paolo Gubinelli and the plaster of the memory During the decades traces of an itinerary artistic rich in plurals alphabets are deposited with which the artist has coherently confirmed himself, showing that oneness of intents that is the liberty of his own world, and it is the identity of his own person. Paolo Gubinelli in this 2008, with his works, he accompanies The International institute of Studies Piceni (Istituto Internazionale Studi Piceni) through one show of his realized in such qualified meeting of studies from Padre Stefano Troiani and from Ferruccio Bertini, so pointing out the cultural effervescences of testimony that it has root in the teachers Sesto Prete and Alberto Grilli, enduring in an European breath where is fathomed, with the passion of the philology and with the reality of the document, the privileged place of a humanism’s Marks (Marca dell’Umanesimo) that comes to propose whenever in our conscience the ability of the language it is underlined. The truth of the language in the work of Gubinelli is intimately tied to the system of values which the Studies Piceni preside. The artist of Matelica - where he was born in 1945 - allows the support to rise like place of the memory. The use of the paper and the ceramics - which in Gubinelli a sort of paper becomes “in earth and fire” - are like a space of plaster in which an ancient iconographer has traced his dreams and his nightmare.
The paper and the ceramics are a plaster where the memory expresses herself visualizing histories and tale found in confusion in the artist’s basket used for picking up the fruits from its nighttime trips, from his disenchanted diurnal itineraries.
From the white card it passes to the transparent paper, therefore the artist faces the rolls of the used paper as a contemporary papyrus. In a In a declaration of year 2000 the artist is expressed like this: “In my artistic activity the paper has been until today mine only expressive mean (...) I’ve passed to the transparent paper (shiny of architects) always engraved and folded up: or in sheets prepared in the environment in progression rhythmic - dynamics, or in rolls - papyrus with light incisions to the limit of the perceptions that develop in the environment.”
The geometries drawn with the reliefs of the recent ceramics - between 2006 and 2008 – are a musical score composed with figures of color arranged in the geometric alphabet that sweep in the rule of the composition scotched emotions of a hidden eros. The signs as lines engraved on the paper - around the ancient 1973, for instance, or toward the definition of the decade with 1980 - were, instead, the possibility of a rationality that questioned himself about the analytics of the visual procedure, that asked himself about the reality of the ideational procedure of the artistic practice.
Will be the collages of the transparent papers -1984 - to impose the liberalization of the composition offering the visibility of the esoteric to the geometry of the formal rationality, to point out the color of the rhythm, of the movement, of the expressive articulation of the space of the color as reality of the thought.
Didn’t treat, in fact, in a certain point of the search, to analyze the meaning of the progress, on the contrary has treated to reading and to live the
thoughts of the symbol, of a bustle among the conscience and the language on the base of the attended of no more hidden romantic listening.
From the end of the decade ‘80 and for the ‘90 and for the following years, Gubinelli has known how to organize a painting as free affirmation of his ability of listening. He has held faith to the law of the composition, he has held faith to the law of the rationality iconic.
But, also he has absolutely imposed to the perfumes and the tastes, to the perfumes and the tastes, to the emotions and the sounds, to go out of the casket, from the secret place where they were hidden. And the painting has become inspiration of feelings, of definite literature in the truth of a lived full of reality.
Among the numerous and precise interventions of the critical - in a critical itinerary that for the work of Paolo Gubinelli grazes the summary of the most greater among the expressions of the history of the Italian criticism -, the voice of a poet and, particularly, of a dear poet to Urbino and Sassoferrato, like has been and it is in the memory Mario Luzi; he succeeds to make us to enter in a privileged way in the intimacy of the artistic construction of Gubinelli: “ The kingdom of the transparency and the innocence - almost a breath held back for wonder - with his precise and incisive traces on the sheet, attenuate although for a sort of mental chastity: this I have met “, Luzi wrote in the 2000, meeting the work of Gubinelli. “It has been indeed a happy meeting, in key with the demand that makes internally feel in the best contemporaries, of perspicuity and of synthesis.”
As for the ancient roads that from Potenza connected the valleys of the Chienti, and therefore as from Matelica it directed to the abbey of St. Vittore delle Chiuse, with Paolo Gubinelli we can consider the ancient seasons of the primordial “liciniano” and to evoke from the leopardianes
brooms the silences soaked of nighttime perfumes. The signs on the surface engrave anatomies of colors and spaces of silence. We see the images and we perceive the sound. The chromatic stamp dilates the light like an icon that interiorize guarded in the heart of our secret. To his way, these works are works of the loneliness that return to the loneliness. And at the melancholy it seems to accompany her a literary gratification of a happy history of the proper hidden and, so, shown it doesn’t declare and it doesn’t declaim. Painting of the interiority and the hidden truth, this painting of Gubinelli makes to breathe the lights that pierce through from the inside the dome of St. Vittore. And from this our abbatial church, springs the meaning for a painting of religious architecture. For a sacredness of the gesture that it shows to be the sign of the inhabited space. In that habitability of the place that is sign and gesture of the real presence of the poetry.
MARIANO APA
Gubinelli: La carta come matrice incisa e luogo dell’immagine Di norma la Rassegna delle Edizioni d’Arte numerata “Bartolo da Sassoferrato”, che annualmente si tiene in concomitanza con il Congresso Internazionale di Studi Umanistici, affronta i diversi aspetti dell’opera incisa o meglio dell’incisione originale, che tale è quando, realizzata la matrice, l’artista inventore ed incisore dell’immagine, passa alla fase finale e definisce l’opera sulla carta attraverso il processo di stampa.
Nel caso della Rassegna di quest’anno si è voluto derogare da quel percorso ormai consueto, teso alla valorizzazione dell’incisione originale, per proporre il lavoro, la ricerca estetica di Paolo Gubinelli, un artista marchigiano che dalla sua città, Matelica, si è trasferito a Firenze dove attualmente vive.
Non appaia, però, questa proposta una anomalia o un primo segnale di cambiamento di linea nella Rassegna poiché l’eccezione è, comunque, giustificata e motivata dal fatto che, seppure in un valore largo, queste opere possono essere intese come immagini incise.
Potremmo dire che esse sono: immagini uniche incise sulla carta. Loredana Marcaccini, Assessore al Patrimonio artistico nel Comune di Matelica, nel 2006, in una nota di presentazione ad una mostra dell’artista matelicese, senza avere pretese critiche ma con acume e sensibilità interpretative, scrisse che l’interesse di Gubinelli per la “carta” è del tutto particolare ed egli intende quest’ultima “non come supporto d’opere, bensì come autonomo e più congeniale strumento d’espressione artistica… ha perfezionato il suo rapporto con la carta sentendola come unico e vero mezzo d’espressione artistica – e più avanti – Attraverso l’uso di questa “materia” è riuscito ad esprimere in modo pregevole il “concetto” di struttura-spazioluce…”.
Pensieri che noi facciamo nostri.
La carta, quindi, come matrice incisa e luogo dell’immagine, in una sintesi estremamente originale che, in qualche modo evocando i procedimenti propri dell’artista incisore, quando questi con la punta d’acciaio graffisce la cera che ricopre la lastra di rame o zinco, giustifica la scelta a noi fatta.
L’inserimento di questa mostra in un contesto incisorio non appaia assolutamente, perciò, come un corpo estraneo che con difficoltà si adatta alle peculiarità della Rassegna “Bartolo da Sassoferrato”, essa deve essere, invece, intesa come congiunzione ideale di procedimenti tecnici analoghi, tesi verso un identico fine: la visualizzazione della sensibilità artistica.
Tale, appunto, il senso dei tagli, delle incisioni e delle sfumature del colore sul “folio” gubinelliano. In tal modo, allora, nella evanescenti immagini di Paolo Gubinelli è possibile ritrovare una espressività simile a quella rintracciabile nell’immagine della stampa incisa, appena uscita dai rulli che hanno pressato la carta e che l’artista trepidamente solleva.
E così quelle divengono simili a queste.
VITALIANO ANGELINI
Gubinelli: The paper as engraved matrix and place of the image As a rule the review of the editions of numbered art “Bartolo da Sassoferrato”, that is annually held in concomitance with the International Congress of Humanistic Studies, it faces the different aspects of the engraved work or better of the original incision, that such it is when, realized the matrix, the artist inventor and engraver of the image, passes to the final phase and defines the work on the paper through the process of press. In the case of the review of this year it is wanted to derogate from that run
by now usual, tense to the exploitation of the original incision, to propose the job, the aesthetical search of Paul Gubinelli, an artist “marchigiano” that from his city: Matelica, he moved to Florence where currently alive.
Doesn’t couple, however, this proposal an anomaly or a first signal of change of line in the Review since the exception is, although, justified and
motivated by the fact that, even though in a wide value, these works can be understood as imagine engraved.
We could say that they are: unique images engraved on the paper.
Loredana Marcocci, Alderman to the artistic Patrimony in the Commune of Matelica, in 2006, in one note of presentation in a show of the artist
matelicese, without having pretended critical but with acumen and interpretative sensibility, she wrote that the interest of Gubinelli for the “paper” it is particular entirely and he intends this last: “ not as support of works, on the contrary as autonomous and more congenial tool of artistic expression... he has improved his relationship with the paper feeling it as only and true mean of artistic expression - and more before - Through the use of this “material” he has succeeded to express in valuable way the “concept” of structure-space-light... “. Thoughts that we do ours. The paper, therefore, as engraved matrix and place of the image, in an extremely original synthesis that, somehow evoking the procedures proper
of the artist engraver, when these with the steel point engraves the wax that covers the copper of plate or of zinc, it justifies the choice from us done.
The insertion of this show in a incisory context doesn’t absolutely couple, therefore, as an extraneous body that with difficulty suits to the peculiarities of the Review “Bartolo da Sassoferrato”, it has to be, instead, agreement as ideal conjunction of analogous technical procedures, thesis toward an identical intention: the visualization of the artistic sensibility.
Such, note, the sense of the cuts, of the incisions, and of the tones of the color on the “folio” gubinelliano. In such way, then, in the evanescent images of Paul Gubinelli it is possible to find again an expressiveness similar to that traceable in the image of the engraved press, just gone out of the rolls that have pressed the paper and that the artist trembling lifts.
It is so that those become similar to these.
VITALIANO ANGELINI
POESIE INEDITE
Eugenio De Signoribus
I FOGLI INCISI
Paolo Gubinelli
SGUARDI
La strada che curvando scende
nella campagna inquieta
spare nell’incurva canneta
che l’invade e sorprende ...
Laggiù più non si passa
il ponte è già crollato
l’acqua ha spumeggiato
e ogni dove scarcassa ...
Va, dentro il tempo marcio
spazza sui tetti i nidi
figli e figliastri, gridi
illusi e senza squarcio ...
Eugenio De Signoribus - 31 gennaio 2005, appunti
16
Acquerello, incisioni su carta, cm 71 x 101, 2006
A PAOLO GUBINELLI
Lungo il nuovo corridoio bianco
lungo le pareti senza uscita
Passo su passo indietro torni
così che il bianco si ripete in vita
Eppure lo sguardo sosterebbe
lungo quel passaggio senza vita
Se contenesse il conto dello sguardo
che ha traversato tutte le stagioni
E nel giorno breve ha ricreato
il rosa del mattino e il rosso
Del ricordo che apre le prigioni
e oltre annota l’esistere marino
E poi il tenue verde farsi velo
e il viola serale farsi piombo ...
Questo vero dipinto nel diario
darebbe il suo colore al bianco muro
e curerebbe l’ansia della cerca
che accumuna il dei passanti
Eugenio De Signoribus - 15 maggio 2008
18
Acquerello, incisioni su carta, cm 71 x 101, 2006
- m’involo o sprofondo ... arranco o rovino ...
ma su questo fianco è lo stare
Tra du abissi, il cielo e il mare,
sul terzo orizzonte, confino ... -
Eugenio De Signoribus - 10 giugno 2008
20
Acquerello, incisioni su carta, cm 71 x 101, 2006
Acquerello, incisioni su carta, cm 71 x 101, 2006
Acquerello, incisioni su carta, cm 71 x 101, 2006
Acquerello, incisioni su carta, cm 71 x 101, 2006
BIOGRAFIA
Paolo Gubinelli, nato a Matelica (MC) nel 1945, vive e lavora a Firenze.
Si diploma presso l’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continua
gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e
progettista in architettura.
Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana
che determina un orientamento costante nella sua ricerca: conosce e
stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni Michelucci,
Bruno Munari, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Enrico Castellani, Piero
Dorazio, Umberto Peschi, Emilio Scanavino, Edgardo Mannucci, Mario
Nigro, Sol Lewitt, Giuseppe Uncini, Zoren. Partecipa a numerose mostre
personali e collettive in Italia e all’estero.
Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti critici:
Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Mirella Bandini, Carlo Belloli,
Vanni Bramanti, Carmine Benincasa, Luciano Caramel, Claudio Cerritelli,
Bruno Corà, Giorgio Cortenova, Enrico Crispolti, Roberto Daolio, Angelo
Dragone, Alberto Fiz, Paolo Fossati, Francesco Gallo, Mario Luzi, Lara
Vinca Masini, Bruno Munari, Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre
Restany, Maria Luisa Spaziani, Carmelo Strano, Toni Toniato, Tommaso
Trini, Marcello Venturoli, Stefano Verdino, Cesare Vivaldi.
Hanno scritto di lui: Giulio Angelucci, Flavio Bellocchio, Goffredo Binni,
Nevia Pizzul Capello, Debora Ferrari, Mario Giannella, Armando Ginesi,
Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio Miccini, Franco Patruno, Roberto
Pinto, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini, Patrizia Serra, Maria Grazia Torri,
Francesco Vincitorio.
Sono stati pubblicati cataloghi di poesie inedite dei maggiori poeti Italiani
e stranieri: Adonis, Alberto Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni,
Alberto Caramella, Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis,
Eugenio De Signoribus, Luciano Erba, Vivian Lamarque, Franco
Loi, Mario Luzi, Giancarlo Majorino, Alda Merini, Roberto Mussapi,
Giampiero Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Umberto Piersanti,
Antonio Riccardi, Tiziano Rossi, Mario Santagostini, Michele Sovente,
Maria Luisa Spaziani, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.
Nella sua attività artistica è andato molto presto maturando, dopo
esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non
tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più
congeniale di espressione artistica: in una prima fase opera su cartoncino
bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce, lo incide
con una lama, secondo strutture geometriche che sensibilizza al gioco
della luce piegandola manualmente lungo le incisioni.
In un secondo momento, sostituisce al cartoncino bianco, la carta
trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli, che vengono disposti
nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in rotoli che si
svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti della
percezione diventano i segni di una poesia non verbale.
Nella più recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il
segno geometrico, con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una
espressione più libera che traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e
incisioni appena avvertibili, il libero imprevedibile moto della coscienza,
in una interpretazione tutta lirico musicale.
Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di gesti
acquerellati acquistando una più intima densità di significati.
Ha eseguito ceramiche bianche e a colori con segni incisi e in rilievo in
uno spazio lirico-poetico.
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Paolo Gubinelli, born in Matelica (province of Macerata) in 1945, lives
and works in Florence. He received his diploma in painting from the
Art Institute of Macerata and continued his studies in Milan, Rome and
Florence as advertising graphic artist, planner and architectural designer.
While still very young, he discovered the importance of Lucio Fontana’s
concept of space which would become a constant in his development: he
became friends with such artists as B. Munari, A. Burri, E. Castellani, P.
Dorazio, G. Uncini, E. Scanavino, M. Nigro, Sol Le Witt as well as with G.
Michelucci, A. Bonalumi, U. Peschi, E. Manucci and Zoren, and established
a communion of ideas and work.
His work has been discussed in various catalogues and specialized reviews
by such prominent critics as: Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame,
Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti, Carmine Benincasa,
Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Bruno Corà, Giorgio Cortenova,
Enrico Crispolti, Roberto Daolio, Angelo Dragone, Alberto Fiz, Paolo
Fossati, Francesco Gallo, Mario Luzi, Lara Vinca Masini, Bruno Munari,
Antonio Paolucci, Sandro Parmiggiani, Pierre Restany, Maria Luisa Spaziani,
Carmelo Strano, Toni Toniato, Tommaso Trini, Marcello Venturoli, Stefano
Verdino, Cesare Vivaldi.
Many others have also written about his work: Giulio Angelucci, Flavio
Bellocchio, Goffredo Binni, Nevia Pizzul Capello, Debora Ferrari, Mario
Giannella, Armando Ginesi, Elverio Maurizi, Carlo Melloni, Eugenio
Miccini, Franco Patruno, Roberto Pinto, Osvaldo Rossi, Giuliano Serafini,
Patrizia Serra, Maria Grazia Torri, Francesco Vincitorio.
His works have also appeared as an integral part of books of previously
unpublished poems by major Italian poets foreigners: Adonis, Alberto
Bevilacqua, Libero Bigiaretti, Franco Buffoni, Alberto Caramella,
Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Eugenio De
Signoribus, Luciano Erba, Vivian Lamarque, Franco Loi, Mario Luzi,
Giancarlo Majorino, Alda Merini, Roberto Mussapi, Giampiero
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Neri, Nico Orengo, Alessandro Parronchi, Umberto Piersanti,
Antonio Riccardi, Tiziano Rossi, Mario Santagostini, Michele
Sovente, Maria Luisa Spaziani, Cesare Vivaldi, Andrea Zanzotto.
He participated in numerous personal and collective exhibitions in Italy and
abroad. Following pictorial experiences on canvas or using untraditional
materials and techniques, he soon matured a strong interest in “paper” which
he felt the most congenial means of artistic expression. During this initial
phase, he used a thin white cardboard, soft to the touch and particularly
receptive to light, whose surface he cut with a blade according to geometric
structures to accent the play of light and space, and then manually folded
it along the cuts.
In his second phase, he substituted thin white cardboard with the transparent
paper used by architects, still cutting and folding it, or with sheets arranged
in a room in a rhythmic-dynamic progression, or with rolls unfurled like
papyruses on which the very slight cuts challenging perception became the
signs of non-verbal poetry.
In his most recent artistic experience, still on transparent paper, the geometric
sign with its constructive rigor is abandoned for a freer expression which,
through the use of colored pastels and barely perceptible cuts, translates the
free, unpredictable motion of consciousness in a lyrical-musical interpretation.
Today, he expresses this language on paper with watercolor tones and
gestures which lend it a greater and more significant intensity.
He made white and colour pottery where engraved and relief signs stand
out in a lyrical-poetic space.
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1977
Show rooms Tecno, Ancona
Studio OS, testo di L. V. Masini
Galleria il Pozzo, Città di Castello
Galleria il Punto. Calice Ligure, testo di L. V.
Masini
1978
Galleria Indiano grafica, Firenze, autopresentazione
Galleria Margherita, Porto Potenza Picena
(MC),
testo di C. Melloni
Pinacoteca Comunale, Macerata, testo di E.
Maurizi
1979
Galleria Comunale, Forte dei Marmi
1982
Galleria del Falconiere, Ancona, testo di G. Angelucci
1983
Galleria il Moro, Firenze
1984
Galleria L’Idioma, Ascoli Piceno, testo di C.
Melloni
Dada, Comune di Tavarnelle, Firenze
Galleria il Pozzo, Città di Castello, testo di G.
Serafini
Galleria il Labirinto, Macerata, testo di G. Binni
Galleria AXA, Firenze
Galleria Spazio Temporaneo, Milano
C.C. Magazine, Comune di Prato, testo di B.
Munari
1986
Galleria la Virgola, Fabriano, testo di G. Serafini
Galleria Fumagalli, Bergamo
Galleria 8+1, Venezia Mestre, testo di P. Serra
1987
Galleria Miralli, Viterbo, testo di P. Serra
Palazzo dei Diamanti, Comune di Ferrara,
testi di L. V. Masini e B. Munari, Antologica
1988
Caffé Voltaire, Firenze
1989
Galleria S. Croce, Comune di Cattolica, testo di
R. Daolio
Palazzo dei Consoli, Comune di Gubbio,
testo di E. Crispolti, Antologica
Palazzo del Podestà, Comune di Fabriano,
testo di E. Crispolti, Antologica
1990
Palazzo dei Priori, Comune di Perugia,
testo di V. Bramanti
1991
Atelier dell’arte, Sciacca, testi di L. V. Masini,
B. Munari,
E. Crispolti, R. Daolio, V. Bramanti
Pinacoteca Comunale, Loggetta Lombardesca,
Comune di Ravenna, testo di C. Vivaldi
Dada, Comune di Tavarnelle, Firenze
Galleria il Pozzo, Città di Castello, testo di G.
Serafini
Galleria il Labirinto, Macerata, testo di G. Binni
Galleria AXA, Firenze
Galleria Spazio Temporaneo, Milano
C.C. Magazine, Comune di Prato, testo di B.
Munari
1992
Logge del Palazzo Pretorio, Comune di Volterra,
testo di P. Fossati
Chiesa di S. Agostino, Comune di Civitanova
Marche,
testo di C. Belloli, Antologica
MOSTRE PERSONALI E ANTOLOGICHE
30
1993
Chiesa di S. Francesco, Comune di Gualdo
Tadino,
testi di G. M. Accame, M. Bandini, P. Restny,
C. Strano
Casa di S. Ubaldo, Comune di Gubbio,
testi di G. M. Accame, M. Bandini, P. Restny,
C. Strano
Sala 90 del Museo Palazzo Ducale,
Soprintendenza per i beni artistici e storici,
Comune di Mantova,
testi di G. M. Accame, M. Bandini, P. Restny,
C. Strano
1994
Musei di Spoleto Monte di Pietà, Palazzo
Comunale
Comune di Spoleto, testo T. Trini
Palazzo Pretorio, Comune di Prato, testo di L.
Caramel
1996
Fortezza di Girifalco - Comune di Cortona,
testo di Marcello Venturoli
1997
Musei Civici, Pinacoteca Comunale,
Loggetta Lombardesca,
Comune di Ravenna, 10 poesie inedite di
Cesare Vivaldi
Palazzo Albertini, Comune di Forlì,
testo di Pierre Restany, Antologica
1998
Museo Comunale, Città di Praia a Mare, CS,
testo di G.C.Argan
1999
Galleria Comunale Ex Pescheria, Cesena, FO,
testo critico di Giorgio Cortenova
2000
Atrio Comunale, Comune di Recanati, MC,
Introduzione all’opera di M. Luzi
Centro Nazionale di Studi Leopardiani, Recanati,
MC,
Introduzione all’opera di M. Luzi
Centro Studi Licini, Comune di
MonteVidonCorrado, AP
Introduzione all’opera di M. Luzi – M.
Venturoli
2001
Palazzo Correr, Comune di Venezia,
Istitituto Rumeno di Cultura e Ricerca
Umanistica
Quattro poesie inedite di A. Zanzotto
2002
Villa Pomini, Città di Castellanza, testo di
A.Fiz
prosa poetica inedita di T. Rossi
Comune di Ferrara, Casa Cini Istituto di
Cultura,
testo di C. Benincasa, poesia inedita di
M.L.Spaziani
2003
Biblioteca Centrale Nazionale di Firenze,
Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
testo di C. Cerritelli
5 Poesie inedite di M. Luzi (donazione)
Palazzo Albrizzi - Comune di Venezia,
Associazione italo-tedesca,
testo di T. Toniato, 12 poesie inedite di M. L.
Spaziani
Palazzo Mediceo - Comune di San Leo,
introduzione all’opera di C. Benincasa,
opere e poesie inedite di P. Gubinelli
Comune di San Mauro Pascoli,
Premiazione Internazionale di Poesia
(donazione 4 opere ai maggiori poeti),
Y. Bonnefoy, T. Baldassarri, F. Buffoni. M.
Gualtieri
Palazzo dei capitani - Comune di Ascoli
Piceno,
testo di B. Corà, poesie inedite dei maggiori
poeti
Palazzo Panciatichi - Provincia di Firenze,
Comune di Firenze,
testo di C. Benincasa, poesia inedita di N.
Orengo
31
2006
Comune di Matelica, Museo Civico Archeologico,
Museo Piersanti
testi di B. Corà, A. Paolucci, S. Verdino
poesie inedite dei maggiori poeti
2007
Castello di Lanciano, loc. Lanciano,
Comune di Castelraimondo,
testo di C. Benincasa, 16 poesie inedite di
Adonis
Istituto Francese, Firenze,
testo di C. Benincasa, 16 poesie inedite di
Adonis
Palazzo Vitelli alla Cannoniera - Pinacoteca
Comunale,
omaggio a Burri - Città di Castello (PG)
Palazzo degli Scalzi – Comune di Sassoferratto,
Istituto Internazionale di Studi Piceni,
testi di M. Apa, V. Angelici, 3 poesie inedite di
E. De Signoribus
Palazzo Pitti, Firenze - Palazzina del Cavaliere,
Museo delle Porcellane,
testi di A. Paolucci, C. Acidini, O. Casazza
Musei Civici - Galleria dell’Immagine, Comune
di Rimini,
testo di F. Gallo, poesia inedita di M. Cucchi
2004
Limonaia di Villa Strozzi - Comune di Firenze,
testi di B. Corà, poesie inedite dei maggiori
poeti
BZF - Ed Vallecchi, Comune di Firenze,
testi di B. Corà, poesie inedite dei maggiori
poeti
Abbazia di Badia a Settimo
Comune di Scandicci (Firenze),
testi di B. Corà, poesie inedite dei maggiori
poeti
Chiostro di Voltorre, Musei Civici
Galleria d’Arte Moderna,
Comune di Gavirate, (VA), testi di A. Dragone
e B. Ferrari,
poesie inedite di M. Cucchi, F. Loi, M. Luzi,
N. Orengo, M. L. Spaziani
Palazzina Azzurra - Comune di S. Benedetto del
Tronto (AP),
testo di T. Toniato, 12 poesie inedite di M. L.
Spaziani
Fondazione il Fiore - Comune di Firenze,
testi di B. Corà, poesie inedite dei maggiori
poeti
Comune di Genova, Festival Internazionale della
Poesia,
Associazione Satura, testi di B. Corà,
poesie inedite dei maggiori poeti
Castello degli Agolanti, Comune di Riccione,
introduzione all’opera di M. Luzi
2005
Comune di Firenze, Villa Vogel, testo di L. V.
Masini
Biblioteca Panizzi, Comune di Reggio Emilia,
testo di S. Parmiggiani,
12 poesie inedite di F. Loi (donazione)
Finito di stampare
Neuberg srl 2008