Hotel Alexander museum - PESARO

GUIDO MORETTI
MOSTRA PERSONALE
“FORME MOBILI NELL’ARIA”
Inaugurazione  il 3 Dicembre 2010
alle ore 18,30
Dal 3 al 18 Dicembre 2010

Gli anni non passano invano, così ora siamo andato oltre i soliti materiali (marmo e bronzo) e i soliti temi (ritratti o comunque figure umane), per scoprire "realtà" e forme nuove, prima inesistenti, nelle quali i materiali usati non hanno più alcuna importanza. Infatti le materie prime o anche le "cose" esistenti sono sempre le stesse e restano tali, ma ora piace vederle trasformare in qualcosa che non erano prima, qualcosa di nuovo. Cioè far perdere la loro precedente fisicità per "creare" sensazioni o provocare dubbi, interrogativi o la possibilità e il potere di donare delle emozioni. Un valore aggiunto, che, se valido e percepito, può chiamarsi "ARTE". Insomma, è importante "scoprire" e proporre qualcosa di nuovo, che però, pur senza esagerazioni e provocazioni di cattivo gusto, non deve anche essere necessariamente "bello", perché in fondo neppure Dio ha creato sempre cose belle: pensiamo non solo a certi animali, ma agli uragani, ai terremoti, alle malattie devastanti! ... Quindi, ormai quello che conta veramente è l'idea. non l'esecuzione. Francesco Bonami, nel suo libro "Si crede Picasso",  a proposito di Alighiero Boetti scrive: " sapeva di avere l'autorità del genio e quindi non gliene fregava nulla di essere sempre l'autore manuale delle sue opere". E a pag. 108 aggiunge "alcuni confondono la pazienza con il talento !" Più che giusto. D'altronde è come se si pretendesse che il grande avvocato o lo scrittore non potessero avvalersi di una dattilografa o un architetto dovesse costruire i suoi palazzi con le sue mani!... Pertanto ora le prerogative indispensabili e che comunque più contano non  sono la manualità o la tecnica, ma l'intelligenza, la fantasia, la sensibilità e, soprattutto, un grande cultura, che permetta, a mio avviso, di trovare linguaggi e di fare opere anche semplici, ma di grande significato e spessore. Altrimenti finisce per esserci solo tecnica, manualità, predisposizione, esercizio e pazienza da "copista"! Troppo poco. Un'altra considerazione: L'Arte Contemporanea, sopratutto la concettuale o l'informale, trova molti limiti nell'incomprensione di chi ha poca fantasia, scarsa cultura e limitata intelligenza. Costoro vorrebbero vedere e capire ciò che non possono e così, sentendosi impotenti e inadeguati, giudicano, criticano, rifiutano... Ma Nitzsche scrive: "Per far fiorire una stella che balla, devi avere il caos dentro di te..." E questo vale anche per la pittura e la fotografia artistica ( dove la fotografia è solo un mezzo, e comunque è tutto tranne che la riproduzione del reale). Insomma, meglio molta cultura generale e artistica e più amore per la ricerca del nuovo, piuttosto che tanta tecnica e continue ripetizioni delle proprie stesse opere. Tutto questo l'ho scritto, tempo fa, per me e l mie opere. Ma quando ho visto quelle di Guido Moretti, fisico e ora mio amico (abbiamo partecipato entrambi anche alla Biennale di Asolo), ho pensato: "Caspita, ma tutto questo è ancor più valido per le Sue opere che per le mie! Alcune mi sembrano talmente belle e nuove che avrei averle fatte io!... Per fortuna che non sono invidioso. Bravo Guido!

Alessandro-F. Marcucci  Pinoli di Valfesina    


GUIDO MORETTI, FORME MOBILI NELL’ARIA.

Visitare una mostra di Guido Moretti è un’emozione per la mente, per il cuore, per lo spirito; è un lasciarsi afferrare dalla magia vera dell’arte, capace di farci tornare bambini, stupiti davanti a una nuova immagine del mondo. Le meravigliose sculture del 62enne artista di Gardone Val Trompia animano lo spazio di un cinetismo lieve, svelando la metamorfosi della loro forma che muta secondo una scienza segreta, nota solo all’autore. L’arte di Moretti è, filosoficamente, coincidentia oppositorum: razionalismo e visionarietà coabitano nei suoi manufatti-artefatti-architetture dalla costruzione sapiente, che compongono e scompongono una plasticità inedita, mobile e arcana. Nella concezione del filosofo Cusano l’infinito matematico diviene modello dell’infinito divino, e la ragione è la sfera propriamente umana, quella “aristotelica” dove regna il principio di non contraddizione: una forma non può essere un’altra forma. Ma l’uomo, emanazione del Creatore, è dotato anche di una sfera “divina”: ovvero l’intelletto, dove invece gli opposti coincidono. Proprio come avviene nelle spiazzanti creazioni di Moretti, giocate su postulati estetici che raccolgono il meglio della cultura visiva contemporanea, la lezione optical, lo spazialismo di Fontana, il Movimento Arte Concreta di Munari, che cercava la sintesi dei linguaggi e dei saperi artistici. Come acrobati o farfalle abbarbicate a fili invisibili, le opere di Moretti sono ricercati congegni poetici, piccole macchine leonardesche di bronzo, di legno e nylon, progettate per il movimento e l’animazione, per ruotare, basculare, oscillare secondo regole, direttrici, coordinate e ortogonali che non sono quelle ordinarie della convenzionalità euclidea bensì quelle dinamiche della vita e della natura, dove non si escludono la leggerezza e il gioco, l’ambiguità, l’illusionismo, l’onirico. Opere che ci appaiono ora come leggiadre conchiglie di legni lamellari, passanti dalla convessità alla concavità; ora come spirali anch’esse mutanti; ora come cubi, colonne, totem e lune dall’assetto variabile; in tutto si intersecano materiali e tecnologie diverse, assemblate con sofisticato mestiere e soprattutto con rigore mentale estremo ma sempre aperto alla complessità, alla ricerca delle recondite armonie insite nella ratio. Davvero, per citare Dante, le opere di Moretti- visibili presso la galleria “I monaci sotto le stelle”,………… ci appaiono plasmate da una “luce intellettuale piena d’amore”: amore per la bellezza pensabile.

 Domenico Montalto
 


Dal quotidiano Avvenire del 25/02/2009
Articolo a firma di Domenico Montalto

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