COSTRUTTIVISMO - MANIFESTO DEL REALISMO 1920-21-26-31


Costruttivismo


1920 – pubblicazione del Manifesto del Realismo di Naum Gabo e Anton
Pesver, documento del Costruttivismo

1921 – Mostra Costruttivisti organizzata a Mosca al Caffè dei Poeti

1926 – nasce la rivista SA (Sovremennaj a Architektu ra – Architettura contemporanea), diretta da Vesnin e Ginzburg, organo dell’architettura costruttivista.

1931 – Decreto Sul manifesto e sulla produzi one pittorica – critica dell’arte “di sinistra” in quanto antisovietica


Manifesto del Realismo


- “Come contribuisce l’arte all’attuale epoca della storia dell’uomo?”

- “Il mondo sconvolto dei cubisti, spezzettato dalla loro anarchia intellettule non può soddisfare chi, come noi, ha già realizzato la Rivoluzione e sta edificando un mondo nuovo”

- “L’attuazione delle nostre percezioni del mondo sotto forma di spazio e tempo è l’unico fine della nostra arte plastica”

- “Non misuriamo il nostro lavoro col metro della bellezza, non lo pesiamo col peso della tenerezza e dei sentimenti. […] con uno spirito esatto come un compasso noi edifichiamo la nostra opera come l’universo conforma la propria, come l’ingegnere costruisce i ponti, come il matematico elabora le formule delle orbite.”

- “Sappiamo che ogni cosa ha la sua immagine essenziale: la sedia, il tavolo, la lampada, il telefono, il libro, la casa, l’uomo. Sono tutti mondi completi, coi loro ritmi e le loro orbite. È per questo che nella crezione degli oggetti noi togliamo loro l’etichetta del proprietario, del
tutto accidentale e posticcia, e lasciamo solo la realtà del ritmo costante delle forze insiste in essi.

- “1. […] nella pittura rinunciamo al colore […]; è un’impressione esteriore e superficiale; è un accidente che non ha nulla in comune con l’essenza più intima dell’oggetto. Affermiamo che la tonalità della sostanza, cioè il suo corpo materiale assorbente la luce, è l’unica realtà
pittorica.”

- “2. Rinunciamo alla linea in quanto valore descrittivo: nella vita non esistono linee descrittive; la descrizione è un segno umano accidentale sulle cose, non è tutt’uno con la vita essenziale e la struttura costante del corpo. […] Affermiamo che la linea vale solo come direzione delle forze statiche e dei loro ritmi negli oggetti.”

- “3. Rinunciamo al volume in quanto forma spaziale pittorica e plastica […] Guardiamo lo spazio… Che cos’è se non una profondità continuata? Affermiamo il valore della profondità come unica frma spaziale pittorica e plastica.”

- “4. […] reintroduciamo nella scultura la linea come direzione e in questa affermiamo che la profondità è una forma spaziale.”

- “5. Rinunciamo alla delusione artistica radicata da secoli secondo cui i ritmi statici sono gli unici elementi delle arti plastiche. Affermiamo che in queste arti vi è il nuovo elemento dei ritmi cinetici in quanto forme basilari della nostra percezione reale”

- “l’arte non deve rimanere un santuario per l’ozioso, una consolazione per il disperato e una giustificazione per il pigro. L’arte dovrebbe assisterci dovunque la vita trascorre e agisce: al banco, a tavola, al lavoro, in riposo, al gioco, nei giorni feriali e in vacanza, a casa e nella strada, in modo che la fiamma del vivere non si estingua nell’umanità.”

- “L’oggi è del fatto. Ne terremo conto anche domani. Ci lasciamo dietro il passato come una carogna. Lasciamo il futuro ai profeti. Per noi prendiamo l’oggi”

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