Roberto Malquori: un caso critico, di Ilaria Bignotti
Abstract del saggio in catalogo


“ [...] Nella mia fatica affamata, e per comprare immagini, entrai nel supermarket di frutta al neon, sognando le tue enumerazioni!
Che pesche e che penombre! Intere famiglie a far provviste la sera! Corridoi pieni di mariti! Mogli negli avocados, bambini nei pomodori! – e tu, García Lorca, che cosa stavi facendo giù tra i meloni?
[…] Ho girato fra le pile di scatolame luccicanti seguendoti, e seguito nell’immaginazione dal poliziotto del mercato.
Abbiamo camminato insieme lungo i passaggi aperti nella nostra fantasia solitaria assaggiando carciofi, possedendo ogni leccornia congelata, e senza mai passare davanti al cassiere […]”
Da Allen Ginsberg, “Un supermarket in California”, Berkeley 1955.
Roberto Malquori non è un artista: è un caso critico.
Roberto Malquori è l’Effetto Malquori.
È, in me, gli anni Sessanta e il 2007, la Pop Art e Drakabygget, Poesia da guardare e Pittura da leggere. È parola lampante e mescolanza d’idiomi, è Yellow Submarine e i figli dei fiori, è rivolta e pace, la pin-up tuttacurve e il ricordo della mamma dietro ai fornelli…
È centinaia di rimandi, di rievocazioni, di immagini e di parole, di svolte e ritorni che si affastellano ed incrociano, richiamando movimenti, correnti, dibattiti e scontri.
Così, non volendo né potendo condensare in un solo testo critico la sua opera, che in questa esposizione possiamo ammirare, eccezionalmente davvero, dagli anni Sessanta ad oggi, introduco il discorso con una suggestione poetica.
Una delle migliaia di suggestioni, sarebbe più corretto scrivere, che le opere di Roberto Malquori sanno suscitare, opere custodi di un Effetto ora esplosivo, ora lento ad avvertirsi, labirinti visuali e insieme onirici galleggiamenti di ricordi, opere nate da un linguaggio artistico che ora è urlo iconografico, ora deriva di frasi lontane.
Labirinti, derive, choc, icone…parole che volutamente suggerisco, dense di rimandi ai movimenti ed alle correnti vissute ed attraversate dall’artista dagli anni Sessanta ad oggi.
In alcuni casi si è trattato di ricostruire il dibattito critico, in altri di fare il punto della situazione sui linguaggi artistici, sulle date, sui rapporti fra artisti, critici ed eventi, fatti ed esposizioni. Alla base, sempre, il materiale di documentazione che nelle sezioni finali, bio-bibliografiche, ho provato a ricostruire fino ad oggi, utile punto di partenza per mettersi a raccontare una storia, quale quella di Roberto Malquori, ricca di colpi di scena e certamente appassionata e appassionante.

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