Biografia di Roberto Malquori
Versione ridotta dal catalogo


Roberto Malquori è nato a Castelfiorentino (Firenze) il 18 settembre 1929.
Pur non risiedendo in città, ne seguiva con interesse l’emergere dei nuovi propositi e movimenti artistici che, fin dai primissimi anni Sessanta, ebbero proprio in Toscana – da Firenze a Pistoia – un terreno fertile in cui svilupparsi e diffondersi.
Fin dal 1963 Malquori elaborava i suoi primi lavori di arte tecnologica che lo portavano, l’anno successivo, ad entrare in contatto con il Gruppo 70, di cui condivideva l’indirizzo teorico ed ideologico: vi aderiva, esponendo e partecipando alle diverse mostre ed eventi organizzati dal Gruppo.
La sua prima personale è del 1964, presentata alla Galleria L’Indiano di Firenze: è importante notare che i titoli delle opere di questi anni sono “Iconosfera”, “Computer” e “Interrelazioni”, destinati ad anticipare e a tracciare linee di continuità con le tematiche legate ai nuovi linguaggi
internazionali, dalla Poesia Visiva alla Pop Art.
Seguiva, nel 1965, la serie dei lavori per l’antologia “Poesia della Poesia”, curata da Lamberto Pignotti e pubblicata dall’editore Sampietro di Bologna, nella quale Malquori interpretava artisticamente undici componimenti di undici poeti contemporanei che gravitavano anche attorno al
Gruppo 70, partecipando alle serate ed agli eventi: Balestrini, Giuliani, Guglielmi, Leonetti, Miccini, Pagliarani, Pignotti, Roversi, Sanguineti, Toti e Vivaldi.
Direttamente collegata a questo lavoro, la sua mostra personale alla Galleria della Vigna Nuova di Firenze, mentre le undici poesie venivano lette dagli attori del Cabaret 65 durante la serata alla Galleria Numero, il primo luglio 1965.
La metà degli anni Sessanta coincideva inoltre con l’ingresso di Malquori nel Bauhaus Situazionista Scandinavo, fondato da Jörgen Nash ed Asgern Jorn a Drakabygget, nel sud della Svezia, dopo la separazione dall’Internazionale Situazionista avvenuta nel 1959.
Anni intensi, i Settanta, che vedono l’artista percorrere l’Europa e fare la spola tra Firenze e la Scandinavia.
Partecipa infatti ai diversi eventi organizzati dal Bauhaus Situazionista, dall’Alternative Documenta a Kassel nel 1972 alla recente, grande esposizione itinerante, conclusasi nel 2001 a Göteborg e significativamente intitolata “Drakabygget – Frihedens Vaerksted – The Workshop of Freedom”.
Intanto, a Firenze Malquori entra nel gruppo di lavoro del Centro Tèchne, fondato da Eugenio Miccini dopo lo sciogliersi del Gruppo 70 e finalizzato a promuovere eventi d’arte, incontri, teatro d’avanguardia, oltre ad una rivista, i quaderni underground di Tèchne, di cui Malquori era nel comitato di fondazione.
Dopo quarant’anni di attività, a tutt’oggi Malquori, che nelle sue ultime “Iconosfere” ha saputo unire le immagini tratte dal mondo digitale, dalla realtà virtuale e del cyber-spazio, continua ad inventare, provare, creare, guardare e trasformare la realtà: “…in quanto se ieri i mass media erano un fiume, attualmente quel fiume è in piena”, ha scritto recentemente “…quindi il campo resta aperto alla nostra attenzione impegnata a fare chiarezza nel sempre più complicato panorama contemporaneo”.

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