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La Galleria d'Arte Contemporanea a Brescia:

Anche il 2008 si chiude senza che Brescia abbia (o abbia in progetto) una Galleria Civica d’Arte Contemporanea. Ed è fatto grave per una città e una provincia dall’importante ruolo sociale ed economico, qual è quello bresciano, nel contesto italiano; sintomatico di un modo d’intendere il Contemporaneo e, nello specifico, l’arte contemporanea, come secondaria o inutile, rispetto ad un passato (non si sa perché) sicuramente più nobile. Se così non fosse non si vede perché, a distanza di decenni dalle prime riunioni con galleristi, critici e collezionisti (Guglielmo Achille Cavellini sempre presente) non se ne sia fatto nulla. Se si parla oggi con alcuni di coloro che furono protagonisti di quella stagione di proposte (per esempio il gallerista Massimo Minini) si ricevono risposte laconiche o rassegnate. In genere si da la colpa alla città e ai bresciani che hanno lasciato disperdere nel dopoguerra, prima la collezione Ferodi, con opere di Modigliani, De Chirico, Morandi ecc, e poi la collezione Cavellini con tutto il dopoguerra, dal “Gruppo degli otto”fino alla Pop Art e ecc. Risale ad alcuni anni fa la presentazione di un progetto voluto dal Presidente della Provincia di allora,Tino Bino, che prevedeva la ristrutturazione dell’ex Cinema Crocera, per trasformarlo in Galleria D’Arte Contemporanea. Non saprei che fine abbia fatto quel progetto blasonato, sta di fatto che Brescia, al contrario di Bergamo, Trento, Modena, Bologna e via dicendo, resta priva di una spazio per il Contemporaneo.

Beppe Bonetti
Dal giornale "Il Brescia"

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