Conobbi HUGO DEMARCO nel 1968 in
occasione di una sua mostra personale alla Hans Mayer; molti anni
più tardi visitai una esposizione di sculture organizzata da Denise
Renè. Ho sempre pensato che il suo lavoro si situasse al vertice
della ricerca – generalmente chiamata cinetica – realizzata con
un’analisi rigorosa dei mezzi plastici e con un minimo impiego di
elementi.
DEMARCO continua con rigore il suo
cammino artistico difficilmente inquadrabile nella sua poetica
espressiva, cominciato con i primi lavori degli anni cinquanta fino
alla grande stagione degli anni sessanta nei quali l’arte concreta
o cinetica sembrava totalizzare il mondo della ricerca artistica
internazionale.
Il concetto di “minimalismo”è valido per quanto la parola stessa
enuncia (indipendentemente dall’ennesima appropriazione che del
termine e dell’idea ne ha fatto il nord america) e Demarco non solo
rappresenta uno dei maggiori esponenti di questo modo di “ fare
arte” ma possiamo senza alcun dubbio considerarlo come il più
poetico all’interno del movimento cinetico e della storica
classificazione di Frank Popper.
La sua modernità consiste nell’impiegare materiali diversi,
specialmente l’acciaio, che creano nello spazio un ritmo continuo di
curve cangianti, per movimento reale o virtuale, inquietanti e
sensuali, concreti e nello stesso tempo impercettibilmente irreali.
Così anche la sua pittura, nonostante la bidimensionalità, trasmette
la sensazione di spazio, saturato o dilatato cromaticamente, dal
colore e dalla luce. Riducendo la struttura al solo quadrato
ripetuto in gamme cromatiche impeccabilmente realizzate crea,
attraverso l’unico apporto del colore, un universo di sensazioni
spaziali e visuali.
Benvenga quindi questa mostra di Hugo Demarco nella città di Padova,
rigorosamente diretta da Sandra Leoni che dopo l’avanguardia
storica ha proposto artisti come Le Parc, Richter, Veronesi e
giovani artisti di talento come Beppe Bonetti e Walter Valentini.
Alla fine di un decennio che ha visto il tentativo di imporre
artisti di qualità discutibile in Germania e in Italia, senza
parlare degli Stati Uniti dove più che altrove tutto si muove in
termini mercantili, possiamo partecipare ad una saggia proposta sia
per il valore estetico e anche etico.
Rudolph Rainer - Presentazione
mostra personale alla Galleria La Chiocciola di Padova. Catalogo
“Confluencias” Museo Camòn Aznar.