ROSANNA LANCIA

erosioni

Marzo-Maggio 2003

 

  Stupisce, nel lungo confronto dell' artista con lo spazio, la vastità dello sguardo, disposto ad accogliere tutto, in una drammatica ricerca di strumenti adatti ad imprimere al vuoto il marchio dell'esistenza. Pittrice severamente materica fino al '60, nel decennio successivo si dedica a sculture essenziali, utilizzando quadrelli in ferro, che poi, negli anni '70, si piegano e si stirano fino alla rottura, in singolare consonanza con la violenta voglia di cambiare che attraversa l'Europa in quel periodo.            E' poi la volta  dell'acqua, che appare non solo come portatrice di vita, ma anche nella sua veste di modellatrice e dispensatrice di ferite.     Infine, negli ultimi lustri, riappare, come emersa da un diluvio, la forma delle cose, nostalgia quasi archeologica che si presta a epiche narrazioni.                                                                                                                 Le tre parti di cui si compone la mostra sono collegate proprio da questa tendenza a raccontare, ove i materiali, senza perdere le loro caratteristiche essenziali, divengono simbolo di una più generale rappresentazione del mondo dell'uomo. Così "ipotesi", con la sua distesa di vanghe, ci parla di un lavoro passato che si intreccia, nella sua elaborata geometria strutturale, con aeree configurazioni future. "Le ragioni dell'acqua" lascia che il fluido sia interpretato da aste di ferro, fornendo così di entrambi i materiali una versione conflittuale. L'unica alleanza possibile è contro la pietra, come annuncia il motto gutta cavat lapidem, ma l' esito non si presenta come elaborazione formale, bensì come elementare deformazione.                                                             Infine, con "mutati numi" si delinea un'architettura arcaica, che però, negli inconclusi solchi che descrivono quasi, in negativo, le ferite nei fusti delle colonne come unici resti materiali rimasti, si rivela un ambiguo tempio alla memoria. Le offese del tempo  vi appaiono come duratura sostanza monumentale, soli testimoni credibili dell'autenticità dei reperti, apprezzati non per la loro immagine inviolata, ma, al contrario, per i segni che affermano il loro passaggio nel tempo. Il racconto si sviluppa dunque in tre capitoli: nel primo il lavoro manuale e pesante, esemplificato dall'opera del fabbro, si smaterializza in una metafora, dichiarando così superate le sue dure ragioni; nel secondo il liquido vitale esprime il suo potere corrosivo; nel terzo  la memoria si palesa come capacità di ricordare sopratutto i conflitti.                                  Le tensioni dirompenti così presenti nell' opera della Lancia trovano il loro compimento  in una solenne cerimonia di omaggio al tempo, come cimitero delle illusioni ma anche possibilità di far riemergere le forme storiche nella loro sostanza più austera e drammatica. Il pianto dei capitelli  è la denuncia di un'epoca che non ha più grandi valori a cui aggrapparsi, ma una cocente nostalgia di figurazione da evocare con ironia.

                                                                                                                  Guglielmo Monti          Soprintendente Museo Nazionale Villa Pisani

   

Rosanna Lancia inizia la sua attività sulle impalcature impegnata a realizzare affreschi monumentali, e con la prima personale nella storica galleria L'Obelisco di Roma (1953).               Nel '70 affronta una laboriosa ricerca sui rapporti di forza e di resistenza della materia (emblematica l'opera Grande crak ora al Macro di Roma).                                                                         Dal '90 in poi va sempre più evidenziando la valenza metaforica di questo fenomeno attraverso il quale ripropone la propria costante, ininterrotta attenzione alla condizione dell'uomo nel suo essere e nel suo esserci nella storia.

 

 

Artlife - Eventi d'Arte Contemporanea                                                     inaugurazione 28 febbraio 2003 - ore 18,00   Calle Dei Miracoli, 6021 - 30131 Venezia - La mostra rimarrà aperta fino al 20 marzo 2003, dal mercoledì al sabato dalle ore 15,30 alle ore 18,30 per informazioni: tel/ fax 041 2413196

 

Patrocinio:

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI - SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PER IL PAESAGGIO DEL VENETO ORIENTALE

 

Museo Nazionale Villa Pisani                                                                                         Inaugurazione 2 marzo 2003 - ore 15,00 - Via Alvise pisani, 7 - 30079 Stra, Venezia -  La mostra rimarrà aperta fino al 20 marzo 2003, tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 16,00 per informazioni: tel 049 502074 - fax 049 9801283

 

Studio Spazio Documento                                                                                                  Inaugurazione 15 marzo 2003 - ore 15,00  -  Via Ardeatina, 132 - Roma -  La mostra rimarrà aperta fino al 24 maggio 2003,  dalle ore 15,00 alle ore 18,30; sabato dalle 10,00 alle 13,00, domenica per apuntamento. per informazioni: tel 06 4402468 -  06 5132295

 

Unica mostra in tre luoghi diversi. Ideazione e coordinamento: Vittoria Surian

Pubblicazione monografica: Ed. Eidos, 2000, Mirano (VE)

Collaborazione tecnica: Officina alessandro Coccia, Roma

Musica elettronica: Gabriel Maldonado

 

giosue@giosuemarongiu.it 

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