Roberto Malquori di Walter Guadagnini
Abstract dal testo di presentazione alla mostra in catalogo


Ricreare un mondo a partire dal mondo, questo pare essere l’intento primo che muove Roberto Malquori sin dal 1963, anno in cui non casualmente si apre la mostra odierna e in cui l’artista, allora poco più che trentenne, giunge alla sua prima maturità e alla definizione originaria di una poetica che svilupperà con grande coerenza […]
Defilato per carattere ma pienamente presente per indole creativa, questo è dunque Malquori intorno alla metà degli anni Sessanta, e le opere esposte nell’occasione odierna testimoniano ampiamente tale posizione; opere che riemergono oggi con intatta freschezza da un oblio inspiegabile solo con, per l’appunto, la personalità schiva del loro autore e con l’incapacità del sistema artistico italiano di costruire intorno ai protagonisti della Stagione Pop un contesto favorevole al loro riconoscimento immediato alla loro contestuale storicizzazione, come invece è
avvenuto in altri paesi, per ragioni sociali, culturali ed economiche diverse e complesse, che non è il caso di affrontare in questa sede […]
Malquori parte da un dato di realtà filtrato, che è quello dell’immagine fotografica, in genere recuperata dalle riviste popolari del tempo, a sua volta filtrato da una tecnica, quella del riporto che trasferisce l’immagine originaria da un supporto all’altro e, così facendo, la
trasferisce da un mondo all’altro […] Il tempo del consumo – di cui la moda è simbolo per eccellenza – e il tempo della riflessione – simboleggiata dalla tecnica stessa adottata dall’artista, che presuppone una operatività che vive di rimandi temporali – si trovano nell’opera di Malquori riunite in un unico spazio, fisico e mentale, e da lì rilanciano una nuova immagine del mondo, costruita dai frammenti di ciò che si presuppone già noto, poiché già riprodotto: in tale intreccio di relazioni sta il fondamento di questa poetica, e ne garantisce, nonostante il passare degli anni e delle mode, quella tenuta che oggi gli permette di di mostrarle ancora al pubblico, intatte nella loro vitalità, e ancora sorprendenti.

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