Chiara bertoni
"il disegno abitato"
a cura di
valeria vaccari
inaugurazione
sabato 13 maggio 2006 18.30 _ 21.00
fino al 11 giugno 2006 gli altri giorni solo su appuntamento
tel. 02_2610360
L'aspirante
Prima di
tutto ce li hai i requisiti?
Ce l'hai
Un occhio di vetro, denti finti o una
gruccia,
Un tirante o un uncino,
Seni di gomma, inguine di gomma,
Rattoppi a qualcosa che manca?
Ah, No?
E allora che mai possiamo darti?
Smetti di piangere.
Apri la mano. Vuota?
Vuota.
Ma ecco una mano che la riempie,
disposta
a porgere tazze di the e sgominare emicranie
e a fare ogni cosa gli dirai.
La vorresti sposare?
è garantita.
Ti tapperà gli occhi alla fine della vita
e del dolore.
Vedo che sei nuda come un verme.....
Nuda per cominciare come una pagina bianca
ma in venticinqu'anni d'argento,
D'oro in cinquanta potrà diventare
Una bambola viva, sotto ogni aspetto,
Sa cucire, sa cucinare,
Sa parlare, parlare, parlare.
E funzione, non ha una magagna:
qua c'è un buco, che è una manna.
Qua un occhio, una vera visione.
ragazzo mio, è l'ultima occasione.
La vorresti sposare, sposare, sposare?
Sylvia Plath
"L'aspirante" promessa della poesia non è
una bambolina giocattolo , è una giovane
donna e poetessa di lì a poco sposa, moglie
e madre di due bambini. La vita di Sylvia
Plath è stata esclusivamente una bramosa
incessante ricerca del verso finale che
condensasse tutta la frenesia del vivere, le
paure, le emozioni più intime. Un lungo
viaggio, una narrazione mirabilmente
riportata nei "Diari", una vita tragicamente
conclusa con il suicidio. Perennemente in
bilico tra una euforia creativa debordante e
la più nera depressione, la Plath ha abitato
i suoi versi per soli 36 anni, ma li abita
per sempre.
Le sue poesie sono una confessione, una
testimonianza della lotta quotidiana con il
lato oscuro della realtà e il suo
manifestarsi ambiguo e tortuoso.
Chiara Bertoni ci racconta con la stessa
schiettezza la sua realtà. Ci racconta
l'incontro/ scontro tra l'uomo e la donna,
la fisicità e le parole con le quali esso
accade. L'amore nero nella sua ambiguità e
dorato nell'enfasi con la quale si accoglie
la novità dell'incontro. La figura maschile
è il babau, il mostro nero che si racconta
nelle favole, per spaventare i bambini
cattivi. E' l'ombra della donna bianca, che
poi tanto angelicata non è quando si mangia
il cuore dell'amato. Nella poesia del 1200 e
poi in Dante compare la donna che mangia il
cuore dell'amato per impossessarsi della sua
anima. La simbologia del cornetto rosso,
(simbolo fallico!!!) che allontana ogni
influsso malefico e dell'aglio inviso ai
vampiri è altrettanto arcaico. E' curioso
trovare nel linguaggio di Chiara Bertoni
l'uso di simboli alchemici declinati in
maniera moderna. Essi contribuiscono a
sdrammatizzare e a rendere quasi comica una
situazione della vita che chiunque vive
drammaticamente sul serio.
Si potrebbe paragonare le tavole di Chiara e
delle icone contemporanee, nelle quali si
sottrae al buio la propria storia graffiando
via il colore, scavando la superficie.
Evidentemente il nero che pervade l'opera di
Chiara è una scelta legata all'epoca storica
nella quale ha vissuto la sua adolescenza,
avvicinandosi alla cultura dark e alle sue
implicazioni sociali. La sua vocazione
narrativa si ritrova nella scelta di
utilizzare inizialmente il libro stesso come
veicolo , che diventa scrigno segreto della
propria solitudine.
Successivamente il libro si apre e si
trasforma in tavola, condensato di vita e
umori variabili. Chiara abita la propria
arte come una inquilina scomoda e sempre
alla ricerca della felicità, proprio come
Sylvia Plath. Ma dallo scontro/ incontro con
la figura maschile è nato un terzo
elemento,(???,!!!) un punto di partenza per
riscoprire la voce del proprio cuore.Tutto
intorno il mondo è ancora nero ma questa
nuova storia è troppo grande per non essere
assaporata veramente.
Valeria Vaccari
|