Max Bill, dagli anni 60 agli
anni 80
Ogni tanto arrivano buone
notizie da parte di gallerie d’arte bresciane, anche se non sai
se sia un “incidente di percorso”che le porta a programmare
certe mostre o se le stesse gallerie abbiano scelto in modo
determinato una precisa.mostra. Qui da noi,come
altrove,trionfano i “rottamari” (come li ha chiamati Alviani)
intenti a disfare, lordare, uccidere animali innocenti,
contrabbandando il tutto come “gesto artistico”.In questo,ahimè!quasi
consueto e triste panorama, una mostra di 14 lavori dell’artista
zurighese Max Bill, dagli anni 60 agli anni 80, è stata
inaugurata alla Galleria L’Incontro di Chiari, diretta da
Erminia Colossi; ed è molto positivo che una galleria bresciana
voglia riproporre oggi uno dei più importanti rappresentanti di
quella tendenza dell’arte che basa la sua poetica sul
calcolo,sul numero,sulla programmazione, cercando così
un’essenza che si collochi al di la’ dell’emozione e
dell’improvvisazione (troppo spesso foriere di errori) in quella
che Platone, nel celeberrimo passo del Filebo, definiva la vera
bellezza.” Quando parlo della bellezza…non voglio dire ciò che
la maggior parte della gente intende con queste parole, esseri
viventi o dipinti; io intendo la linea retta, il cerchio…perché
io sostengo che esse sono sempre belle per se e di loro natura…”
Un’arte proiettata al futuro, moralmente e civilmente impegnata
quella di Max Bill, teorico e maestro indiscusso della Konkret
Kunst, pittore,scultore,architetto,educatore del quale avremmo
ancora bisogno.
Beppe Bonetti