Che cos'è la BauForm: Giosuè Marongiu, Maracalagonis 16 luglio 2002...A cura degli operatori artistici del L.I.G.:
Beppe Bonetti, Giosuè Marongiu, Rudolph Rainer, Milan ZoricicIn questo spazio si intende denunciare e dibattere, quelle insofferenze sociali/generazionali che umiliano le realtà artistiche operanti nel mondo culturale dell'arte contemporanea; sottolineando di volta in volta le cause, che in questo nuovo millennio, paralizzano ed umiliano, quelle che dovrebbero essere le normali evoluzioni dell'arte, in grado di dare quella continuità storica, necessaria, a garantire la libertà intellettuale dell'uomo attraverso l'affermazione e l'espressione dell'arte, quale unico e insostituibile interprete in grado di dare senso alla sopravvivenza su questo pianeta...
Ci occuperemo altresì, di tutti quegli artisti validi che con il tempo sono stati messi nel dimenticatoio, nella speranza di ridare, come è dovuto, dignità e lustro a coloro che hanno contribuito, in maniera sostanziale, all'evoluzione dell'arte.Un doveroso ringraziamento, va a tutti coloro che vorranno unirsi a questa voce, di modo che, anche chi è un poco sordo riesca a sentirla...
Il L.I.G.
16 settembre 2007
"CASO MANTEGNA"
Sempre più spesso si incontrano persone disgustate da quanto accade nel vasto e indefinito mondo dell’arte. Che quest’ultima parola cerchi poi -da millenni- di definire ciò che è il bello è altra faccenda. Ma eravamo più o meno tutti d'accordo che il Cristo Morto di Mantenga fosse un capolavoro e che -per nostra fortuna- fosse rimasto miracolosamente a Milano scampato alle razzie francesi e ai carri da carico giacobini, i quali viaggiavano senza molleggi…E dovremmo essere altresì d’accordo che un’opera simile non dovrebbe essere spostata per essere esposta in una mostra che fa “il solo interesse degli organizzatori di mostre”( Luisa Arrigoni Direttrice di Brera”,Corriere del 30 Agosto). E aggiunge che Brera resterebbe priva di un pezzo importante dialogante con opere di Giovanni Bellini ed altri autori collocati nella stessa sala,non certo casualmente. Ma il nodo non è questo bensì l’invadenza di un critico che-usando la televisione- vorrebbe imporre un suo modo di operare che ha poco o nulla a che vedere con l’amore e la cura dell’opera d’arte. E men che meno con la sua divulgazione. Infatti “questo teatrino vergognoso”(come lo definisce il Corriere) non si sarebbe allestito,dico io, se la gente si fosse scomodata prima a visitarla, quest’opera simbolo di Brera, senza aspettare il che “il mostrificio” entrasse in funzione. Se non l’ha fatto prima sarebbe bene non lo facesse neppure dopo. Sarebbe ora finissero questi pellegrinaggi penosi tra cotechini bolliti e Autlet da visitare. Modello Brescia.
Beppe BonettiDal giornale "Il Brescia" 4 dicembre 2006
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