L’Iperspazialismo
allo “Studio Soligo” di Roma
Alle ore 18.00 del 12 gennaio 2007, allo
“Studio Soligo” di Roma, via Emanuele Gianturco n. 5, avrà luogo l’inaugurazione della mostra “MOVIMENTO IPERSPAZIALISTA: ITINERARIO DELL’ARTE OLTRE”, a cura di
Leo Strozzieri, progettata in collaborazione con la
Fondazione Luigi Faccioli di Roma, già presentata nei
mesi scorsi a Latina e a Benevento in occasione del
Premio Razzano.
Alla manifestazione interverrà il critico d’arte
Maurizio Vitiello, docente alla “Fondazione Humaniter”
di Napoli, con un contributo storico-critico sul
“Movimento Iperspazialista”.
Il Movimento, sorto nel 1996 tra le città di Chieti,
Pescara e Venezia, ad opera di un gruppo di artisti tra
cui Antonio Paciocco, il teorico, Ettore Le Donne che ne
è l’animatore, Giuseppe Masciarelli e Cesare Iezzi,
conta attualmente 26 aderenti: ai quattro suddetti si
sono aggiunti nel tempo Luisa Bergamini, Giovanni
Boldrini, Fabrizio Campanella, Alessandro Carlini,
Isabella Ciaffi, Maria Pia Daidone, Andrea P. Damiani,
Anna Donati, Umberto Esposti, Maria Cristiana Fioretti,
Giovenale, Nabil, Innocenzo Odescalchi, Giorgio Pahor,
Monica Pennazzi, Alessandro Perinelli, Massimo Pompeo.
Prossimamente, l’Iperspazialismo si appresterà ad
accogliere altre significative personalità, “in primis”
i maestri Achille Pace, a suo tempo tra i fondatori del
Gruppo Uno, Eduardo Palumbo, massimo esponente del
Neofuturismo, Angelo Manca e Renato Spagnoli, esponenti
del Neocostruttivismo, in ultimo il giovane Gian
Battista Morana.
La mostra romana documenta un decennio di attività del
Movimento, che idealmente intende proseguire
l’esperienza spazialista del grande Lucio Fontana, del
quale nel gruppo è presente il nipote Umberto Esposti.
Legato allo Spazialismo da un comune interesse per il
progresso scientifico e tecnologico, l’Iperspazialismo
fa propria la legge di incremento progressivo dello
spazio teorizzata dallo stesso Lucio Fontana, secondo la
quale esso viene rappresentato con ampiezza ogni volta
maggiore nei diversi secoli. Consapevoli che lo spazio
nel nostro secolo ha raggiunto un’ampiezza superiore a
quella di ogni altro periodo storico a seguito delle
esplorazioni spaziali e della formulazione di nuove
teorie astrofisiche, ma anche convinti che soltanto
l’immaginazione può permettere alla mente umana di
percepire una spazialità troppo ampia, gli
iperspazialisti propongono il FRAMMENTO COSMICO
IPERSPAZIALE, particolare ingrandito di universi
immaginari in estensione infinita al di là dei limiti
della tela, opera d’arte, quindi, evocatrice di
un’erranza sublime per vaste penombre e luminosità
aurorali.
Il frammento iperspaziale, finestra aperta su un passato
cosmico dell’umanità, che sta per tornare futuro, è
caratterizzato da un linguaggio criptico, simbolico,
archetipico; per i contenuti propositivi, non certo per
gli aspetti stilistici, richiama alla mente la pittura
delle grotte preistoriche.
Ciò perché l’Iperspazialismo è l’arte di una nuova
Preistoria: quella dell’Era Spaziale; come tale è
celebrazione di un rito collettivo.
Se i pittori di Lascaux e di Altamira dipingevano per
predisporre la tribù alla caccia alimentandone
l’immaginazione con la prefigurazione delle fiere da
uccidere, gli iperspazialisti si servono
dell’immaginazione per preparare lo spirito dell’uomo ad
affrontare futuri emozionanti viaggi di ritorno tra le
stelle.
Diversi i manifesti teorici redatti per illustrare la
poetica del Movimento: dal primo, costitutivo, ai
manifesti dell’arte sacra iperspazialista e dell’amore
iperspazialista, per finire con il manifesto della
pubblicità iperspazialista commissionato alla
pubblicitaria Chiara Strozzieri proprio in occasione
della mostra, documentata da un elegante volume
(editrice Artechiara, Pescara, 2006).
La rassegna è visitabile allo Studio Soligo s.r.l., via
Emanuele Gianturco n. 5, 00196 Roma, fino al 3
febbraio 2007, tutti i giorni dalle 15,30 alle 19,30, la
mattina su appuntamento, tel. 06.32609174, info
340.8606253, fax 06.97254798.