ROBERTO ANTICO

Roberto Antico

diario del fiume

 presentazione di MICHELE GOVONI

 inaugurazione domenica 28 marzo ore 17.00

ROCCA POSSENTE DI STELLATA
44012 STELLATA  (BONDENO –FE)

venti opere

dal 28 marzo  al 30 maggio  2010

sabato dalle  15,00 alle 19 ,00

domenica e festivi dalle  9,30 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 19.00

ingresso libero

 

Scrive Michele Govoni:

 

Spiegare il Po, raccontarne l’essenza a chi, lungo il Po e nelle sue terre non ha mai vissuto, è una di quelle operazioni complesse e difficili che non sempre riescono nel loro intento. E’ come spiegare l’amore a chi non l’ha mai vissuto.

E, come nell’amore, ognuno vive la sua esperienza con il fiume a modo suo, legato alla vita, alle persone, ai ricordi che se ne vanno nel vento dell’esistenza come i “piumini” dei pioppi di golena.

Roberto Antico ha cercato un’altra via per raccontare il Po, il suo e quello dei tanti che, quotidianamente ne solcano le acque limacciose e tormentate, o di quelli che lo vivono dalla riva talora ghiaiosa, sabbiosa talaltra.

Antico lo fa con ciò che il Po trasporta e regala, padre dolce ma forte, durante i suoi viaggi: tavole di legno, lacerti di un affresco del tempo, testimoni galleggianti di un viaggio che né si sa da dove abbia inizio e né si sa dove abbia fine.

La consistenza tattile di un prodotto che continua a vivere anche se apparentemente inanimato come il legno, diviene così la base per l’artista veneto, per dare avvio ad una ricerca geometrica, cromatica e materica che, affondando le sue radici proprio nell’elemento ritrovato, esercita il suo sviluppo formale in qualcosa che supera le barriere del tempo e dello spazio, per orientarsi verso una descrizione di ciò che non è visibile agli occhi.

Antico racconta il suo rapporto con il fiume come se l’Eridano stesso si raccontasse, giorno dopo giorno, con annotazioni sulle pagine di un diario liquido in cui si trovassero a galleggiare, oggetti raccolti qua e là, sinonimi di un istante irripetibile, frammenti di un destino irrinunciabile.

Ma in Roberto Antico il fenomeno temporaneo legato al ritrovamento, quasi un’archeologica scoperta nel terreno di un passato più o meno recente (non lo si saprà mai), si lega indissolubilmente al gesto successivo che, passando per l’ideazione, giunge all’intervento diretto sul materiale e, di conseguenza, ad una sorta di make-up della realtà tangibile.

In una molteplicità di interpretazioni, quindi, che sfiorano la mente come i pensieri del dormiveglia, Roberto Antico affonda il credo della sua arte in una cultura della ricerca e della restituzione al presente di oggetti strappati all’oblio del passato.

Se l’archeologia è lo studio e la ricerca di oggetti appartenenti a civiltà passate, Antico è l’archeologo delle civiltà di un Po attuale e quanto mai mutevole, che offre, però, al tempo stesso, speranze di miglioramento.

 

 

Michele Govoni

marzo 2010

 

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