presenta
RUDOLF HAAS
Rudolf Haas,
collage di carte senza tempo (…) L'uso di reperti e di
materie ricavate dal mondo della
comunicazione costituiscono la base su cui l'arte di Rudolf Haas si
sviluppa come equilibrio tra scrittura tipografica (cartoline,
illustrazioni e ritagli di giornali) e gesti d'invenzione (segni,
tracce, cancellature).
Attraverso la compresenza di diversi elementi nascono pagine di un
racconto segreto e spesso indecifrabile, sollecitato da un istinto
creativo che ha radici apparentemente contrapposte: la figurazione e
l'astrazione, la forma e l'informe, la precisione strutturale e la
trasfigurazione allusiva, il calibrato ritmo compositivo e l'impulso
improvviso della frammentazione.
Il colore nasce dalle mescolanze e dalle sedimentazioni della carta,
talvolta è leggero e polveroso, in altri casi è denso e intriso di umori
spettrali, definito da macchie e segni veloci che trasformano tutto il
carattere della superficie, fino a coinvolgere anche i margini e gli
strappi.
(…) Alla dimensione mutevole del collage Haas aggiunge la tecnica della
"sovrapittura", un modo per far entrare in collisione il colore dipinto
e i cromatismi tipografici, il gesto fluido e i ritagli di immagini
stampate.
Si tratta di un esercizio introspettivo che consiste non solo
nell'accostare frammenti di spessore diverso ma, in special modo, le
qualità diverse del colore (trasparente, opaco, vibrante, ruvido,
saturo o disgregato) coprendo e svelando forme che oscillano tra
visibile e invisibile.
Il fermento del colore è sostenuto dalla varietà delle tecniche che
l'artista austriaco mette a fuoco in modo fortemente soggettivo,
lavorando sui dettagli fotografici, sulle figure riconoscibili e sulle
citazioni verbali estrapolate dal vasto repertorio di carte, selezionate
e aggregate in un nuovo processo.
(…) Haas sollecita ogni genere di effetto compositivo, dal ritmo
geometrico e ortogonale (come nel caso delle cartoline postali incollate
e dipinte) fino all'oscillazione dei riquadri entro un sistema
strutturale instabile, caratterizzato dalle dimensioni variabili di ogni
singolo elemento.
In altri casi, l'attenzione è rivolta verso la parte nascosta delle
forme, nei punti in cui i bordi della carta lasciano intuire il colore
della materia sottostante, determinando un senso di ambigua presenza tra
ciò che si vede distintamente e ciò che si può solo immaginare.
Quella di Haas è una meditazione condotta sul filo dell'emozione in
quanto ogni idea preliminare si trasforma seguendo i suggerimenti
imprevisti della materia, le rivelazioni del suo infinito divenire,
tra necessità e caso, tra progetto e intuizione di altri orizzonti
possibili. (…)
Claudio Cerritelli
(dal testo di presentazione della mostra presso "Arte
Tadino 6",
Milano giugno 2006)
Giorgio Lodetti
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