Ha imparato a fotografare
seguendo uno zio, Giulio Parisio, il più importante
fotografo, pittore, scenografo napoletano degli anni 30-60.
Il suo battesimo sul
campo, con tra le mani una Leica di cui ignorava tutto, è
avvenuto nel 1954 ad Amalfi, nel corso della regata tra le
Repubbliche marinare.
Un’aspirazione all’ordine
gli fa privilegiare i dettagli e le geometrie, ma è molto
contento quando riesce a cogliere un attimo di vita.
Recentemente ha usato la
fotografia come strumento di socializzazione, fotografando
ed esponendo i volti dei commercianti e dei frequentatori di
una strada della vecchia Genova e quelli di un piccolo paese
del levante Ligure.
I manichini, fotografati
soprattutto nelle vetrine dei paesi anglosassoni,
rappresentano un tema ricorrente della sua attività,
obbligandolo ad uscite antelucane per sfruttare le migliori
condizioni di luce e l’assenza di curiosi.
Nel tempo libero, dal 1962
ad oggi, ha lavorato prima come ricercatore, poi come
dirigente industriale ed infine come consulente in campo
organizzativo.